Nella sua consueta analisi per il settimanale Autosprint, Carlo Vanzini ha analizzato le principali vicende del weekend di Formula 1 a Silverstone soffermandosi in modo particolare sulla situazione in casa Ferrari. Vi proponiamo di seguito un estratto delle sue considerazioni.
"“Game changer” risuonano malissimo e stranissimo adesso quelle due parole utilizzate da Vasseur in Austria, commentando, due domeniche fa, l’introduzione delle nuove strutture delle gomme Pirelli da Silverstone in poi. “Cambieranno i valori”, ma così non è stato, anzi", inizia Vanzini la sua analisi per Autosprint riferendosi al deludente bottino ottenuto dalla Ferrari in Gran Bretagna, dove lo scorso weekend è andato in scena il decimo (undicesimo considerando Imola) appuntamento del Mondiale 2023 di Formula 1.
"La gara di Leclerc non si è mai accesa, mai un giro da dire eccolo e simile anche la corsa di Sainz. Questa volta non ha funzionato anche la strategia con la sosta così anticipata con Leclerc, quando reggeva l’urto di Russel e soprattutto c’era ancora molta incertezza sulla reale competitività dell’una o dell’altra mescola. A far capire che in effetti però un game changer c’è stato, ci ha pensato la Mercedes con Russel, al via con una mescola sempre esclusa a Silverstone, la C3, la rossa che ha funzionato in modo straordinario, tanto da convincere quasi tutti a montarla nella seconda parte di gara", sottolinea il giornalista.
Poi aggiunge: "Semplicemente gli altri sono stati più veloci, non di tanto, ma quanto basta per passare dal secondo posto di Austria al nono e decimo in terra britannica. Viene da dire che senza la formula Max il resto sarebbe fantastico. Gli altri sono in equilibrio costante e basta un nulla per essere sul podio o spettatori della premiazione. Sembra in tal senso il 2008, anno in cui anche la BMW-Sauber si è ritrovata ad essere leader del campionato".
Tornando alla Ferrari, Vanzini scrive: "La gestione ottimistica, ma chiara di Vasseur. “Siamo stati troppo conservativi”, lui che a inizio anno parlava di problemi di set up e aveva ragione, nel dubbio di molti dei suoi, adesso da un’altra chiara indicazione. Come se la Ferrari sia un po’ troppo abituata al compitino e quindi “salva le gomme”, memore del drammatico degrado di inizio stagione, e fa un pit stop anticipato con Leclerc per proteggersi da Russel e quindi conservativi, in difesa e non all’attacco. Sono sempre molto mirati gli appunti di Vasseur in un percorso che continua a essere molto complesso e sul filo di una strada intrapresa con buoni riscontri da Barcellona in poi, ma di certo non all’altezza del nome Ferrari. Dalla prossima gara ci sarà un uomo in meno, Mekiés, ma un’altra prova da non steccare, Budapest".
L'Hungaroring è storicamente un tracciato favorevole alla Rossa: "Pensiamo con anche un’aggressività adesso da ritrovare per spingere, a caccia almeno di un podio. Un risultato diverso o lontano allora si sarebbe un grosso campanello d’allarme anche per il 2023. Nella sua pacatezza è sembrato un Vasseur comunque determinato e anche arrabbiato. È evidente che qualcosa da dire alla squadra lo ha, consapevole che il percorso è doppio: la macchina da ritrovare e la squadra da far crescere per essere pronta a sfide più probanti.. Magari in fretta".
Il giornalista, infine, si sofferma su una ritrovata McLaren e conclude ribandendo un concetto già espresso in precedenza: "Tanto onore ad Andrea Stella, team principal della McLaren, nel dire la verità fin dalla presentazione, chiedendo pazienza per vedere la vera macchina solo da quasi metà stagione. Ha fatto un gran lavoro con diligenza e calma, forse anche lontano da quelle pressioni che ad esempio ha Ferrari. Ritrova un podio per la McLaren a casa, dopo ben 11 anni, allora con Lewis, oggi battendolo. Il gruppo di mischia è super interessante e dal Canada ci sta regalando gare più accese, Max a parte, rispetto all’inizio con sfide quasi sempre a distanza tra i primi. La F1 voleva un mondiale equilibrato, giocato nei dettagli, per la diversità delle piste e la vena dei piloti. Beh questo mondiale c’è, ma è negli specchietti retrovisori della Red Bull, non a caso, numero 1 del numero 1".
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Foto copertina twitter.com; Foto interna Twitter Ferrari