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21/08/2023 06:30:00

Crash Gate, cospirazione evidente. La lotta di Massa e l’assordante silenzio Ferrari


Articolo di Roberto Cecere
Certe ferite fanno fatica a cicatrizzarsi. Lo sa molto bene Felipe Massa il cui orgoglio non riesce a “digerire” una ingiustizia diventata talmente plateale da assumere contorni farseschi, ma perché la Ferrari resta in silenzio?

Certe ferite fanno fatica a cicatrizzarsi. Lo sa molto bene Felipe Massa, pilota in grado di risorgere dal terribile incidente occorsogli nel gran premio di Ungheria del 2009 ma il cui orgoglio non riesce a “digerire” una ingiustizia ormai diventata talmente plateale da assumere contorni farseschi. Ci riferiamo chiaramente alla notte della gara della vergogna, ai secoli Singapore 2008 o crash gate. Le recenti dichiarazioni, poi ritrattate, di Bernie Ecclestone, hanno gettato benzina sul fuoco su una delle pagine più tristi della storia della Formula 1.

Lo scritto ripercorre gli avvenimenti salienti che hanno caratterizzato lo scandalo negli ultimi 15 anni. La faccenda sta creando grande imbarazzo in seno alla FIA e F1 e a questo punto nulla è escluso. In tutto questo il silenzio assordante della Ferrari, potenzialmente defraudata del titolo piloti 2008, fa male a chi crede ai valori dello sport e alle sorti del Cavallino Rampante. 

 

Scuderia Ferrari parte lesa: assenza ingiustificata

In retrospettiva appare alquanto singolare la posizione della Scuderia Ferrari sin dalla sentenza della FIA che condannò Flavio Briatore e Pat Symonds. Oltre Felipe anche la storica scuderia modenese ha pagato il prezzo sportivo del mancato sedicesimo titolo iridato. Un atteggiamento remissivo a fronte di una evidente frode sportiva. E’ necessario ricordare che nel 2008 , al timone del reparto corse del Cavallino Rampante, si era appena insediato Stefano Domenicali in luogo del più esperto e politicamente influente Jean Todt. Stesso dicasi per Ross Brawn che aveva lasciato Maranello nell’ottobre del 2006. Inoltre la Formula 1 non poteva permettersi in alcun modo un altro scandalo dopo lo Spy Gate del 2007, momento storico in cui la categoria era ai minimi storici in termini di credibilità. Quando Nelson Piquet scoperchiò il vaso di pandora era stato da poco firmato il patto della concordia 2009-2012, l'accordo con i detentori dei diritti commerciali del Mondiale di Formula 1 e con i team che partecipano al campionato. L'intesa pose fine a mesi di tensioni e polemiche tra l'organismo presieduto da Max Mosley e le scuderie. Nel successivo agreement, stipulato nel 2012 alla Scuderia Ferrari venne accordato un bonus di 50 milioni di dollari a prescindere dalla posizione in campionato. Probabilmente la storica scuderia italiana è stata caldamente invitata a non scatenare un nuovo putiferio con la promessa di ricevere maggiori benefici economici sul lungo periodo e la reintroduzione del diritto di veto. Il silenzio della rossa sulla sporca faccenda di Singapore, senza alcun tipo di supporto rispetto alle rivendicazioni di Massa, non può che lasciare molto perplessi.

 

Gran premio di Singapore 2008

Nel giro di formazione Nelson Piquet Jr va in testacoda in curva 17 a bordo della Renault. La dinamica è singolare ma il pilota brasiliano riesce comunque a schiararsi sulla griglia di partenza. Il team mate, Fernando Alonso è protagonista di un’ottima partenza grazie al pochissimo carburante a bordo tuttavia già alla dodicesima tornata lo spagnolo viene richiamato ai box per fare rifornimento. All’uscita dei box è inesorabilmente il fanalino di coda. 

L’impatto di Nelson Piquet Jr in curva 17

 

La sorte sembra dalla parte dello spagnolo perché due giri dopo Nelson Piquet perde il controllo della sua Renault R28 sempre in curva 17 impattando contro le barriere, favorendo l’ingresso della safety car e fornendo un incredibile assist al compagno di squadra che vincerà inaspettatamente la gara precedendo Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Il box Ferrari fa harakiri durante il pit di Massa dando il via libera al pilota brasiliano prima che fossero completate le operazioni di rifornimento. 

Classifica finale del Gran Premio di Singapore 2008

 

Gran Premio d'Ungheria 2009

Dopo una stagione non esaltante, Nelsinho Piquet viene appiedato dalla Renault a valle del gran premio di Ungheria, notizia confermata dal pilota carioca il 3 agosto 2009. E’ alquanto singolare constatare che i momenti decisivi della carriera di Felipe Massa siano legati a quelli dei connazionali. Proprio nelle qualifiche del gran premio di Ungheria fu colpito da una componente della BrawnGP di Barrichello, perdendo i sensi e impattando le barriere di curva 4, ormai passeggero della Ferrari F60.

Il 30 agosto 2009 la TV brasiliana "TV Globo" annunciò che Nelson Piquet Jr. aveva causato deliberatamente un incidente nel Gp di Singapore 2008 per favorire il compagno di scuderia Fernando Alonso. Il 4 settembre dello stesso anno la FIA accusa formalmente il team Renault di aver interferito sul risultato della corsa. 

 

La sentenza dalla FIA

Il 21 Settembre 2009 la FIA emette sentenze sportive pesantissime per Flavio Briatore e Pat Symonds: radiazione per il manager piemontese e 5 anni di squalifica per il britannico. Viene escluso qualsiasi coinvolgimento di Fernando Alonso. 

Piquet, poco prima del processo che ha portato alla radiazione del TP Flavio Briatore

 

Il “Ribaltone” del Tribunal de Grande Instance di Parigi

Il 5 Gennaio 2010 il Tribunal de Grande Instance di Parigi dichiarò "irregolare" la decisione presa dal Consiglio Mondiale dello Sport della FIA di radiare Flavio Briatore, e condannò la FIA a comunicare il reintegro dello manager cuneese. Per quanto riguarda la richiesta di Briatore di un risarcimento di un milione di euro per danni alla sua immagine, il TGI di Parigi stabilì in 15.000 euro il risarcimento per l'ex Team Principal della Renault.

 

La confessione di Bernie Ecclestone​

Il primo Marzo 2023, la testata F1Insider pubblica una dichiarazione di Bernie Ecclestone in relazione al Crash Gate. 

Bernie Ecclestone ex grande capo della Formula 1

 

L’ex boss della Formula 1 vuota il sacco in modo dettagliato quanto eclatante: "Max Mosley (ex presidente della FIA) ed io siamo stati informati durante la stagione 2008 di quanto era accaduto nella gara di Singapore. Piquet junior aveva detto a suo padre Nelson che gli era stato chiesto dal team di andare a sbattere contro il muro per far scattare una fase di safety car per aiutare il suo compagno di squadra Alonso. Decidemmo di non fare nulla. Volevamo proteggere lo sport e salvarlo da un enorme scandalo. Ecco perché convinsi il mio ex pilota Nelson Piquet a mantenere la calma. Abbiamo avuto abbastanza informazioni in tempo per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, a queste condizioni avremmo dovuto annullare la gara di Singapore. Sarebbe diventato campione del mondo Felipe Massa e non Lewis Hamilton"

 

Parte l’azione legale di Felipe Massa 

La dichiarazione di Bernie Ecclestone avvale la tesi di Felipe Massa in base alla quale il pilota brasiliano sia vittima di una cospirazione. A Ferragosto lo studio legale di Londra Enyo Law ha inviato al presidente della Formula 1 Stefano Domenicali e a quello della FIA Mohammed Ben Sulayem una lettera formale di otto pagine, una sorta di notifica richiesta prima dell’avvio del procedimento giudiziario.

Di seguito il conteunto della lettera: "Il signor Massa è stato vittima di una cospirazione commessa da individui ai massimi livelli della F1, FIA e FOM. In poche parole, il signor Massa è il legittimo campione piloti del 2008, e la F1 e la FIA hanno deliberatamente ignorato la cattiva condotta che lo ha privato del titolo. Il signor Massa non è in grado di quantificare completamente le sue perdite in questa fase, ma stima che esse possano superare le decine di milioni di euro: questo importo non copre le gravi perdite morali e di reputazione subite dal signor Massa“.

 

Bernie lo “smemorato”​

Il 18 Agosto 2023, Bernie Ecclestone, contattato dall'agenzia di stampa Reuters ritratta affermando di non ricordare nulla delle sue dichiarazioni e nemmeno di aver rilasciato realmente l'intervista a F1Insider.

Foto interna www.formula1.com

Foto interna theathletic.com

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