Il GP del Giappone non si è svolto come Sergio Perez aveva programmato, già dal via infatti il messicano ha avuto molte difficoltà. Nel giro di poche tornate di pista è dovuto rientrare ai box due volte per sostituire l'ala anteriore della sua RB19 e, come se non bastasse, è stato penalizzato, prima per non aver rispettato il regime di safety car superando Stroll, e poi per un contatto con Kevin Magnussen.
Checo ha però ritirato la sua vettura prima di scontare la seconda penalità e dunque avrebbe dovuto smarcarla in Qatar. Per non rovirare due gare al loro pilota la Red Bull ha però deciso di farlo tornare nuovamente in pista solamente per fargli concludere un giro e poter così togliere questi cinque secondi che pendevano sul suo nome, prima di ritirare nuovamente la monoposto. Di questo ne ha parlato recentemente Helmut Marko, di seguito vi riportiamo le sue parole.
Helmut Marko, parlando ai microfoni di Sky Sport Germany ha spiegato come, prima di far tornare in pista il pilota messicano, il team avesse chiesto l'autorizzazione poi accordata alla FIA. Il consulente della scuderia austriaca ha dichiarato: "Grazie a Dio abbiamo potuto scontare la penalità qui. Ci hanno detto che se non avessimo scontato la penalità qui, avremmo dovuto farlo nella gara successiva."
Marko ha poi aggiunto: Inoltre la nostra strategia è quella di dare priorità a Max. Per esempio, in caso di safety car, lo avremmo mandato fuori in modo da non ostacolare Max". Checo ha quindi aspettato tanti giri dentro l'abitacolo prima di tornare in pista perchè il team pensava di poterlo usare anche per proteggere Verstappen in caso fosse entrata un'altra safety car nel finale.
In Giappone la Red Bull è tornata ad essere la vettura dominante che abbiamo conosciuto durante l'anno, sottolineando che la cattiva prestazione mostrata a Singapore sia un episodio sporadico. Il team di Verstappen e Perez in Giappone si è confermato nuovamente campione del mondo costruttori ma, stando a quanto riferito da Helmut Marko la squadra non ha ancora festeggiato il traguardo ottenuto: "Purtroppo abbiamo un calendario molto fitto. Dobbiamo raggiungere Tokyo o Osaka, dove si trovano gli aeroporti. Non possiamo ancora festeggiare".
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