Leggi l'articolo completo su formula1.it

28/09/2023 15:30:00

Perez si racconta: «Ho assunto un mental coach, la mia famiglia merita un padre allegro»


News di Giuseppe Cianci

Essere il compagno di Max Verstappen non è mai facile, andatelo a chiedere a Daniel Ricciardo, Pierre Gasly, Alex Albon o ancora a Sergio Perez. La storia insegna che chi è al fianco dell'olandese non ha quasi mai la possibilità di arrivargli davanti, venendo oscurati al punto tale da perdere fiducia in se stessi.

Proprio Checo ha recentemente raccontato durante una lunga intervista al giornale olandese De Limburger di aver affrontato quest'anno il momento più difficile della sua intera carriera in Formula 1, arrivando anche a chiedere l'aiuto di un Mental Coach. Di seguito vi riportiamo le sue parole.

Perez e il suo declino

La stagione di Perez era iniziata molto bene, aveva vinto a Jeddah e a Baku, e molti addetti ai lavori pensavano che questo potesse essere il suo anno, grazie anche a una RB19 più che perfetta. Arrivati però a Miami qualcosa si è "rotto", e Checo che ha cominciato a non mostrare più quella velocità messa in pista durante i primi appuntamenti, al contrario di Max che da quel momento non ne ha più sbagliata una.

Ai microfoni del giornale olandese ha dichiarato: "Quando è iniziata la stagione, la macchina mi si adattava perfettamente, ma dopo Miami per me è stato un declino. Ho davvero trovato un’altra macchina. Non sono riuscito a entrare in Q3 in alcune occasioni e questo ha influito molto sulla mia fiducia e mi ha fatto guidare molto più lentamente. È stato molto difficile perché quando guidi per un top team, la pressione sulle prestazioni aumenta rapidamente".

Continuando a parlare del suo declino stagionale Perez ha poi ammesso: "In estate ho avuto molti problemi. All'inizio ero in grado di competere, ma poi è cambiato tutto. Guidavo senza fiducia".

Checo ha poi confessato di aver assunto un mental coach che lo aiutasse a risollevarsi dal brutto momento che stava passando, per lui, e per la sua famiglia che lo vedeva molto spesso in quelle condizioni. Queste le sue parole: "La Formula 1 è il mio sport, la mia vita, la mia passione. Ma quando si vive un momento così difficile al lavoro, è difficile essere allegri a casa con moglie e figli. Per questo ho assunto un mental coach, perché la mia famiglia merita di avere un padre allegro a casa".

"Ho deciso di non arrendermi. Nel frattempo, ho continuato a lavorare duramente con gli ingegneri per risolvere almeno alcuni problemi. Di conseguenza, sto cercando di ritrovare la positività. Ora ho 33 anni, ma sto ancora imparando ogni giorno. In pista, ma certamente anche fuori. Anche per questo motivo, non ne avrò mai abbastanza della Formula 1. È davvero incredibile ciò che questo sport può ancora offrire. È davvero incredibile quello che questo sport mi dà ancora".

Il messicano ha infine rivelato come "la pista più difficile della Formula 1" non sia un circuito cittadino, o un tracciato in particolare, ma l'ostacolo più difficile da superare è proprio il suo compagno di squadra Max Verstappen proprio perché la Red Bull mette tantissime aspettative e pressioni sulla sua seconda guida e se non si è all'altezza del due volte campione del mondo si perde facilmente il posto.

Leggi anche: Newey: «Coppia Alonso-Verstappen? Interessante, diversa da quella del 2007 con Hamilton»

Leggi anche: F1, tragedia a Las Vegas: morto un operaio. I dettagli della triste vicenda