In un suo intervento al podcast Beyond The Grid, Vitantonio Liuzzi, ex pilota ed oggi commissario della FIA, si è soffermato sui metodi utilizzati dai venti alfieri della Formula 1 per cercare di salvaguardare la propria posizione dopo un incidente. Il 43enne di Locorotondo ha spiegato che, quando chiamati a testimoniare, alcuni piloti usano un atteggiamento più trasparente ed onesto, mentre altri cercano di portare la ragione dalla loro parte facendo ricorso a "giochi mentali".
"Siamo tutti piloti e tutti cerchiamo una scusa per giustificare quello che è successo. Devo dire che alcuni cercano di convincerti in modo giusto e altri usano giochi mentali o politici per cercare di fregarti. difficilmente ci riescono, perché siamo stati nella loro posizione", ha detto Liuzzi a Beyond The Grid.
Poi si è soffermato dettagliatamente sul lavoro svolto dai commissari: "Ci limitiamo ad analizzare, ascoltare e prendere in considerazione ciò che ci è stato detto prima di prendere una decisione. Poi, ci riuniamo per condividere tutte le informazioni e, a turno, determinare le conseguenze. Abbiamo anche un consulente che viene ad analizzare le incidente nel caso fosse necessario".
Liuzzi ha sottolineato che, grazie alla sua esperienza di pilota, non ha bisogno di troppo tempo per definire di chi è la colpa di un contatto: "Quando c'è un incidente, identifichi il colpevole molto velocemente e ti fai un'idea di circa il 90% dell'azione. Poi ragioni su cosa è successo guardando le telecamere, ascoltando le comunicazioni radio e analizzando la telemetria". Un errore di valutazione, però può sempre capitare: "Ci sono strumenti importanti. Abbiamo molti professionisti nella nostra sala e ci aiutano a giudicare quello che sta succedendo in brevissimo tempo. A volte, con le telecamere si può cambiare idea", ha concluso l'ex Toro Rosso.
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