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27/11/2023 06:45:00

La Ferrari ha scelto di affidarsi alla sorte ed ha fallito


Articolo di Roberto Cecere
Il piazzamento alle spalle del team austriaco nella classifica costruttori era l’obiettivo dichiarato dalla Ferrari, alla fine, nonostante la superba prestazione di Charles Leclerc, la storica scuderia italiana ha pagato il pessimo weekend di Sainz

Si spengono le luci e i motori della stagione 2023 con l’ennesimo trionfo annunciato di Max Verstappen nella tappa finale ad Abu Dhabi. Il dominio Red Bull è stato talmente marcato da trasformare in obiettivi di stagione della concorrenza piazzamenti di scarso rilievo. In tale contesto il piazzamento alle spalle del team austriaco nella classifica costruttori era l’obiettivo dichiarato dal Cavallino Rampante nel testa a testa con Mercedes. Alla fine, nonostante la superba prestazione di Charles Leclerc, la storica scuderia italiana ha pagato il pessimo weekend di Carlos Sainz. La scialba prestazione del pilota iberico è iniziata con il botto in curva 3 nelle FP2 causa di un’asperità dell’asfalto poi livellata dagli addetti dell’impianto. La clamorosa eliminazione in Q1 ha confermato che l’incidente del giorno precedente aveva lasciato delle scorie in termini di fiducia nel mezzo. Poco migliore la sorte di Lewis Hamilton eliminato in Q2 e quindi non troppo distante dal pilota iberico. L’unico vantaggio offerto dalla pessima qualifica di Sainz era nella disponibilità di molti set di pneumatici nuovi. 

Race set a disposizione dei piloti in gara – Credit: @pirellisport

 

Purtroppo alla scarsa performance di Sainz si è aggiunta una incomprensibile strategia di gara. La partenza su mescola dura è stata corretta in quanto ha consentito a Carlos di allungare il proprio stint fino al giro 24 nonostante un ritmo davvero scadente che lo aveva fatto risalire in sesta posizione prima del pit. A questo punto vengono montate nuovamente gomme dure che obbligano il pilota spagnolo a un’ulteriore pit non avendo smarcato il cambio di mescola. Prima mossa incomprensibile del muretto Ferrari nonostante Carlos fosse uno dei pochi piloti a disporre in quel momento della gara di gomme medie nuove. 

Classifica prima e dopo il primo pitstop di Sainz – Credit: @robertofunoat based on multiviewer data


Il resto della gara è un’agonia, con il pilota Ferrari che sale lentamente in classifica anche grazie al gioco dei pitstop nella beata speranza di un ingresso della safety car che rimescolasse le carte. Tuttavia c’era ancora il tempo per poter mettere in condizione Sainz di ritornare almeno in zona punti. Con basso carico di carburante la mescola media o addirittura la soft potevano offrire performance per risalire la china. Invece la testarda scelta di riporre le sorti dell’unico obiettivo rimasto in stagione nel fato è stata punita. Nessuna Safety Car e la Ferrari n° 55 ha terminato anzitempo la gara per un problema al propulsore. Nonostante la scarsa vena del pilota Madrileno si poteva e doveva fare di più. Dopo un sedicesimo posto in qualifica perché non omologare una nuova power unit “fresca” che avrebbe garantito una manciata di cavalli in più come umilmente proposto dallo scrivente a cui piace parlare con il senno di prima?

Tweet in cui si caldeggiava la sostituzione della PU di Sainz – Credit: @robertofunoat


E se il guasto alla PU di Sainz si fosse verificato in una posizione di classifica favorevole per la conquista del secondo posto nei costruttori? Grazie alla super performance di Leclerc era tutto ancora fattibile ma nell’unico momento decisivo della stagione le operazioni in pista e gli strateghi del Cavallino Rampante hanno fallito. Con scelte conservative e affidandosi alla sorte non si va da nessuna parte. Ed è questo che è successo ad Abu Dhabi dove è calato il sipario sulla ennesima stagione senza infamia e senza lode del Cavallino Rampante

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