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29/11/2023 23:00:00

Ferrari, un anno fa l'addio a Binotto. Ma cosa è cambiato?


Articolo di Prisca Manzoni
Un anno fa la Ferrari ha annunciato che Mattia Binotto era stato sollevato dal suo incarico da team principal, dopo un anno in cui il mondiale gli era scivolato tra le mani. Tutti speravano in una rivoluzione, ma cosa è cambiato davvero?

Il 29 novembre di un anno fa, la Scuderia Ferrari rilasciò un comunicato in cui solleveva Mattia Binotto dal suo incarico di team prinicipal. I motivi di questa scelta, sebbene comprensibili, sono ancora incerti: può essere il mondiale che è sfuggito tra le dita dopo un inizio d'anno fantastico, degli screzi con la dirigenza o dei problemi con i piloti, ma probabilmente la verità uscirà in un'intervista tra qualche anno, quando le acque si saranno calmate. Erano (e ancora sono) molti i tifosi contenti del suo addio, e che hanno esultato per l'arrivo di Frederic Vasseur. Eppure, dati alla mano, cosa è cambiato? 

Non voglio parlare solo del numero di vittorie, passato dalle 5 del 2022 alla sola di quest'anno, nè del piazzamento in classifica costruttori, dato che difficilmente qualcuno avrebbe potuto prendere Verstappen e la sua Red Bull. Il fatto è che la Rossa sembra ancora stare inseguendo una chimera. Certo, è presto per commentare l'operato di Vasseur, ma come è possibile che si sta ancora "cercando di capire"? La colpa non è di chi lavora a Maranello, che senza dubbio ci mette il cuore e l'impegno in quello che fa. L'ipotesi è che ci sia qualcosa che non va nei piani, nelle presenze, nelle voci che contano, qualcosa che va ben oltre la ruota che non era pronta al pit stop di Zandvoort e alle strategie sbagliate.  

Non c'è una vera guida

Alla Ferrari sembra mancare proprio una linea guida, una luce in fondo al tunnell che schiarisca le idee. Per fare un esempio schietto, su quale pilota puntare in caso di lotta per un titolo mondiale? La risposta abbastanza scontata è che sia Leclerc. E allora ci si chiede perchè la vettura non sia improntata nella sua direzione. Andando avanti, perchè non si è fatta la voce grossa per la penalità di Sainz al GP di Las Vegas che, in fondo, ha influenzato il risultato del campionato costuttori di quest'anno? Oppure, il caso per me più eclatante uscito di recente, è che Vasseur ha detto in un'intervista con Sky che il monegasco è rimasto scioccato dai tempi della SF-23 al simulatore prima del GP del Bahrain, eppure Vigna aveva confermato che la vettura non avrebbe avuto uguali. È comprensibile che magari le tempistiche fossero diverse, ma un'ammissione di coscienza, come quella fatta da Stella al lancio della McLaren, non sarebbe stata male, perchè sbagli, errori, prove e pezzi che non funzionano nel modo sperato non tolgono dignità al lavoro svolto, ma prendere in giro i tifosi forse sì.

Quindi, in questi 365 giorni senza l'ingegnere svizzero si è maturata forse la consapevolezza che il vero problema è radicato più in fondo e che Binotto è stato, non senza colpe, un capro espiatorio, una testa da far saltare per nascondere il fatto che a Maranello manchi un vero sole. O meglio, un certo monegasco è lì da anni, e forse è ora che venga valorizzato. Infatti, si elogia tanto Schumacher in quanto è stato in grado di essere un uomo squadra, di prendere in mano le redini della situazione e creare attorno a sè un team di uomini fidati. E invece, adesso, in Ferrari si sono alternati 5 team principal negli ultimi 10 anni, mentre le squadre che stanno facendo la storia della Formula 1 moderna hanno sempre avuto gli stessi capi, che hanno costruito intorno a un pilota una vera e propria famiglia. E vorrei così concludere con un piccolo spunto: se fosse nel motivo di questo via vai la risposta al famoso "cercare di capire"?

Foto copertina x.com

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