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20/12/2023 20:00:00

Ferrari non mi incanti, servono i fatti


Articolo di Roberto Cecere
Come da tradizione natalizia, quando i motori tacciono, le speranze riposte dai team nella fase di finalizzazione delle nuove monoposto sono chiaramente superiori ai risultati conseguiti nella stagione appena conclusa. Nelle ultime settimane Vasseur ha confermato che il progetto 676 sarà molto diverso dalla SF-23 “evo”

Come da tradizione natalizia, quando i motori tacciono, le speranze riposte dai team nella fase di finalizzazione delle nuove monoposto sono chiaramente superiori ai risultati conseguiti nella stagione appena conclusa. Mai come in questo inverno, la voglia di rivalsa dei team è esponenziale a fronte della umiliazione sportiva inflitta Red Bull. Un dominio mai messo in discussione da Trick o scelte tecniche borderline. La speranza è l’appiglio di milioni di fan del Cavallino Rampante che da tempo immemore gradirebbero avere contezza di un futuro sportivo radioso. Il management della storica scuderia Italiana non può che promettere il massimo impegno nel tentativo di chiudere il gap con il benchmark della categoria.

Le continue indiscrezioni sembrano indicare che gli ingegneri di Maranello abbiano completamente virato verso la filosofia aerodinamica ideata da Adrian Newey, approccio logico che tuttavia presuppone un ritardo in termini di comprensione del mezzo di due anni rispetto al “drink team”.

Rendering della Ferrari 676 ispirata alla veste aerodinamica Red Bull – Credit: @robertofunoat

Realisticamente lo scenario plausibile è che in regime di continuità regolamentare il vantaggio competitivo del team di Milton Keynes sia praticamente inattaccabile nel prossimo biennio. E’ altresì evidente che con gli stessi ingredienti (staff tecnico e infrastrutture) seppur cambiando l’ordine degli addendi, il risultato sportivo difficilmente potrà essere differente rispetto a quello delle ultime stagioni. Teoricamente la convergenza prestazionale dovrebbe evitare l’egemonia Red Bull apprezzata nel 2023 anche se è viva la sensazione che non sia stato mai necessario estrarre il massimo potenziale della RB19 da parte del team austriaco. Il primo vero anno del mandato affidato a Frederic Vasseur consentirà di misurare il peso specifico del manager francese sia all’interno della GES che nei rapporti istituzionali con F1 e FIA.

L’ombra dell’operato di Mattia Binotto è ormai dissolta e non potrà rappresentare certo un pretesto a fronte di performance al di sotto delle aspettative. La speranza è che la comunicazione della storica scuderia italiana sia trasparente e non presti il fianco ad aspettative che potrebbero essere disattese. Lo scorso San Valentino il team di Maranello presentò la SF-23 con il dichiarato obiettivo di puntare alla vittoria.

La sfavillante presentazione della SF-23 sul circuito di Fiorano – Credit: Ferrari Media Gallery

Bastò mezza giornata di test in Bahrain per capire che non sussistevano i presupposti per gli sbandierati sogni di gloria. Nelle ultime settimane Vasseur ha confermato che il progetto 676 sarà molto diverso dalla SF-23 “evo”, frutto di un approccio progettuale più aggressivo. Dopo fiumi di proclami nel lungo periodo di digiuno iridato della rossa personalmente aspettero’ i prossimi test precampionato senza conferire alcun peso a parole e sensazioni senza il riscontro della pista.

Contemporaneamente Vasseur dovrà essere in grado di isolare l’area tecnica da qualsiasi trionfalismo o depressione. Insomma il miglior viatico per la prossima stagione sarà un benefico silenzio, in modo da partire a fari spenti scenario assai difficile trattandosi del team di Maranello.

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Foto interna www.ferrari.com