Gli appassionati e gli addetti ai lavori di Formula1 spesso mostrano interesse soltanto per le sessioni del weekend. Le più gettonate ovviamente sono qualifiche e gara. Cosa avviene però dietro le quinte? Che fine fanno, per esempio, gli pneumatici usati in pista?
Qualcuno potrebbe pensare che possano essere raccolti dai fan accorsi ad assistere al GP, oppure messi in vendita a qualche facoltoso collezionista, ma, dobbiamo deludervi. Non avviene nulla del genere.
La ragione per cui la Pirelli non permette niente di tutto questo l’ha espressa Mario Isola, direttore motorsport della casa italo-cinese, in un’intervista apparsa su ‘Motorsport-Total.com’: “Utilizzando dei ‘materiali segreti’ per la fabbricazione dei nostri pneumatici, non vogliamo cedere la nostra proprietà intellettuale. È per questo motivo che raccogliamo tutte i set messi a disposizione dei piloti al termine di tutte le sessioni di Formula1, Formula2 e Formula3”.
Il destino riguardante i compound in questione è molto diverso. Infatti, come racconta il manager italiano nella sua spiegazione, gli pneumatici vengono poi portati al centro tecnico Pirelli situato in Gran Bretagna dove poi “Vengono utilizzati per generare energia all’interno delle nostre fabbriche. Gli pneumatici vengono bruciati a temperature molto elevate per ridurre al minimo le emissioni ricavandone soltanto energia”.
La Pirelli però non è soddisfatta di come sta riutilizzando i suoi prodotti. Questo riciclaggio infatti è soltanto un ripiego momentaneo nei piani prefissati dal noto costruttore che vede nel bruciare i suoi prodotti un incredibile spreco: “Stiamo cercando altri metodi per il futuro. In realtà vorremo riutilizzare i materiali provenienti dai compound vecchi nella costruzione di pneumatici stradali".
Foto: Pirelli
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