Il periodo a cavallo delle festività natalizie e dell'inizio del nuovo anno è, per i team di F1, un lasso temporale importante in vista della stagione ventura. Un periodo in cui i team iniziano a produrre e assemblare le vetture dell'anno nuovo, ad effettuare il fire-up delle vetture e a mandare le scocche ad eseguire i crash-test FIA sulla cellula di sopravvivenza per omologare le auto.
Crash-test a cui non si è potuta sottrarre la Red Bull con la nuova RB20, l'auto 2024 progettata da Adrian Newey che, dopo i successi 2023 avrà il compito di difendere il titolo piloti e costruttori. Una vettura che, come da tradizione del team, è nata cercando la massima prestazione, passando anche per una cura dimagrante finalizzata a togliere peso in eccesso, diventando quanto più leggera possibile. Vettura che, come "Motorsport.com" ha riportato, non avrebbe superato il primo crash test FIA, riportando danni alla scocca, proprio a sottolineare la ricerca dell'estremizzazione dei dettagli e di prestazione in ogni area.
Una vettura che però, malgrado tutto, sembra conferire grandissima fiducia all'interno team Red Bull visto che, secondo quanto appreso da voci di corridoio, sarebbe già in gran parte ultimata, avendo centrato quello che era il suo obiettivo: eliminare le debolezze della RB19 ed esaltarne i punti di forza. Una vettura che, dopo aver già centrato i target progettuali, è già in fase di sviluppo, sia per quanto riguarda l'auto 2024 che per il progetto 2025.
Di questo ha parlato, in una recente intervista a "Racecar Engineering", il responsabile della performance engineering della Red Bull, Ben Waterhousem. Il tecnico delle compagnie di Milton Keynes, per prima cosa, ha illustrato gli obiettivi del progetto 2024.
“Siamo consapevoli che la RB19 avesse dei limiti. Se ripensiamo a Singapore, sono sicuramente emerse delle debolezze. Ci sono daree in cui vogliamo migliorare, che sia la prestazione alle alte o basse velocità. Allo stesso tempo, la macchina aveva chiari punti di forza, che si vuole valorizzare provando allo stesso tempo ad affrontarne le criticità”.
La RB19, di fatto, era una monoposto "all-round", pensata per perfomanre al meglio praticamente in ogni scenario, essendo dunque altamente versatile, senza ricercare il picco di prestazione in una determinata area. Malgrado ciò, la RB19 ha mostrato alcune piccole debolezze, come la perfomance in configurazione da massimo carico, o nella trazione in uscita dalle curve lente o, infine, la poca adattabilità a piste sconnesse (vedi Singapore). Punti deboli che, come detto, a Milton Keynes voglioni risolvere in vista del 2024 che, ad oggi, sembrano essere stati centrati. Notizia che non può lasciare dormire sonni sereni ai rivali.
“Abbiamo definito dei chiari obiettivi indietro nel tempo, durante il processo di sviluppo della RB19 per la RB20. In generale, siamo riusciti a centrarne la maggior parte. Non direi però che sono tutti soddisfatti, dal momento che c’è ancora del lavoro da fare per provare a migliorare rispetto alla RB19”.
Obiettivi che in Red Bull hanno potuto centrare avendo avviato il lavoro sulla RB20 con largo anticipo rispetto ai rivali, forte del suo vantaggio prestazionale e di classifica, e in grado di interrompere in anticipo lo sviluppo della RB19 nel 2023, dirottando le risorse sul 2024.
“La RB20 è una macchina che ha almeno sei mesi e stiamo cominciando a spostare la nostra attenzione sulla RB21, anche se la stagione non è ancora cominciata”.
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