Il presente della Ferrari è, indubbiamente, caratterizzato da una fase di transizione tecnica, visto che il progetto 676 mira ad imprimere un netto cambio di passo a quello che è stato il trend del recente passato. Una taglio, quindi, che possa ridare competitività alla Rossa. Non solo, poiché a Maranello si lavora anche su un altro fronte: quello politico, dove per i vertici del Cavallino sarà importante recuperare (al più presto) quel “peso politico” che negli ultimi anni è stato tutt’altro che ottimale.
Un peso politico perso i cui 'sintomi', sono fin troppo chiari se si analizzano alcuni episodi recenti, come quello accaduto a Las Vegas, lo scorso novembre. Una situazione in cui in team principal del team italiano aveva tentato di alzare la voce, puntando i piede nel corso della conferenza stampa dei team principal, per finire poi sotto esame dalla FIA: insomma, oltre il danno la beffa, con Carlos Sainz costretto a partire dall'ultima fila, limitando così le ambizioni di vittoria (e, poi, anche alla corsa al secondo posto nel mondiale costruttori) della Scuderia.
Una chiara, evidente mancanza di peso politico di cui, in una recente intervista esclusiva a 'Formula1.it", ha parlato l'ex motorista della Ferrari, Modesto Menabue, sostenendo che secondo lui, per riacquistare peso nella "stanza dei bottoni' alla Rossa serva, per prima cosa, un presidente che alzi spesso la voce.
"Serve un presidente come Montezemolo e un team principal come Vasseur. Anche se nella gestione dei piloti...".
Uno come Montezemolo, a cui affiancare un team principal come Vasseur, che però dovrebbe, secondo Menabue, correggere il tiro nella gestione dei piloti, imponendo delle gerarchie chiare.
"Permetti quella lotta a Monza? Se Sainz e Leclerc vanno fuori ti cacciano. Doveva congelare le posizioni".
Una mancanza di gerarchie che però, dopo il recente rinnovo di Leclerc, potrebbe venire meno, diventando il Monegasco il pilota di punta della Rossa, avendo trovato un perfetto sponsor in Vasseur, a differenza di quanto accaduto con Binotto.
"Fréd sembra favorire Leclerc, Binotto era per Sainz: vedi Silverstone 2022 e il dito puntato a Leclerc davanti a tutti. Lo fai in privato".
E proprio sul lavoro di Mattia Binotto, in chiusura, ha voluto parlare l'ex tecnico, sostenendo che a tradire il manager di Losanna sia stato il suo approccio e, solo in un secondo momento, uno scarso appoggio da parte della dirigenza.
"Credo abbia sbagliato approccio, simile a quello di Marchionne. Il progetto era giusto: puntare sugli italiani per rimettere a posto la Ges, distrutta da tecnici precedenti (Pat Fry, ndr). Si era tornati al terzo posto. Facile: il difficile è vincere. Li devi aprire il portafoglio e prendere gente. Se il presidente si espone ok, sennò...".
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