Il budget cap in Formula 1 è un limite alla quantità di denaro che ogni squadra può spendere per produrre e gestire le monoposto e migliorarne le prestazioni nel corso di un anno solare. È entrato in vigore nel 2021, con un valore iniziale di 145 milioni di dollari, ridotto a 140 milioni nel 2022 e a 135 milioni dal 2023 al 2025. Il budget cap non include alcune voci di spesa, come gli stipendi dei piloti, i costi per marketing e trasferimenti. La FIA controlla il rispetto del budget cap tramite un sistema di verifica e sanzioni.
Questo sistema non sembra però funzionare alla perfezione. L'obiettivo era limitare le squadre più grandi per portarle in condizioni più eque con quelle più piccole. Ma non è affatto così, anzi le squadre regine della F1 non fanno altro che ingrandirsi. Recentemente un team principal di una scuderia di F1 ha rivelato ad Auto Motor und Sport, che i top team sono ora composti da 1.500 persone, mentre prima del budget cap erano circa 1.000, un aumento del 50%.
La testata tedesca ha analizzato i conti della Red Bull (ma operazioni simili sono effettuate in proporzione da tutte le scuderie). Il primo modo per aggirare il tetto di spesa è dividere in progetti diversi le più costose collaborazioni interne ed esterne. Ad esempio, Rob Marshall (che ora lavora alla McLaren) avrebbe lavorato per Red Bull per il 50% sulla RB17 Hypercar, per il 40% Al dipartimento Red Bull Powertrains e solo per il 10% con il team di F1. Di conseguenza, la Red Bull ha potuto mettere a bilancio solo il 10% del suo stipendio per il team di F1.
Per la FIA è al momento quasi impossibile verificare con esattezza se le percentuali riportate sui libri contabili sono davvero congrue con il tempo e le risorse spese nei vari progetti.
A partire dal 2026, la FIA vuole cambiare le regole inerenti queste attribuzioni di spesa e pretendere che il 100% dello stipendio di un collaboratore venga conteggiato nel budget cap, al di là di quanto una scuderia distribuisca contabilmente il suo tempo in progetti diversi.
La FIA aveva chiesto di introdurre questa modifica già con la Direttiva Tecnica 045, ma la maggioranza delle squadre non hanno votato a favore (tra queste Red Bull, Ferrari e Mercedes). La federazione sembra decisa ad imporre questa regola nel 2026, prevedendo sanzioni più aspre per chi tenterà di aggirarla.
Le sanzioni dipendono dall'entità e dalla gravità dell'infrazione commessa da una squadra. Il regolamento finanziario della FIA prevede diverse possibili sanzioni, tra cui:
La FIA valuta ogni caso singolarmente, tenendo conto di eventuali circostanze attenuanti come la forza maggiore e l'autodenuncia, e aggravanti come la reiterazione o la malafede.
Oltre alle sanzioni già elencate, la FIA può limitare il già contingentato tempo che una scuderia può dedicare ai test aerodinamici o ridurre il budget cap per la stagione successiva a quella dell'infrazione.
Ad esempio, la Red Bull è stata sanzionata con una multa di 7 milioni di dollari e il 10% in meno di tempo per i test aerodinamici per la stagione 2023, per aver superato di meno del 5% il budget cap nel campionato 2021.
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