George Russell è stato protagonista di una gara fantastica al Gran Premio del Belgio, in cui ha dimostrato che i piloti sono in grado di sfidare i dati tecnologici.
La strategia a una sosta portata a termine dal classe '98, infatti, è nata di testa e di pancia, a partire da un feeling con la monoposto costruito giro dopo giro.
Proprio grazie a tutto ciò, e non alle simulazioni o alle indicazioni della Pirelli, il britannico ha portato a termine la corsa nel modo migliore possibile: vincendola.
La sua brillante idea di non effettuare una seconda fermata ai box gli ha consentito di passare da una plausibile - e altrettanto anonima - quinta/sesta/settima posizione a un successo insperato e miracoloso, davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton.
Poi è arrivata la squalifica per la Mercedes numero 63, a causa di un innegabile sottopeso di 1,5 kg rispetto a quanto previsto dal regolamento.
Tale obbligata decisione della FIA non cancella sicuramente l'impresa di Russell, ma è come se lasciasse una macchia sulla sua clamorosa prestazione.
Va precisato, infatti, che una differenza che può sembrare minima (ovvero quella di 1,5 kg su quasi 800 di peso totale della macchina) ha un grande impatto dal punto di vista prestazionale.
Sul circuito belga di Spa-Francorchamps in particolare, alcuni tecnici di altri team hanno stimato un guadagno intorno ai due decimi per giro, seppur difficile da quantificare con precisione.
Insomma, quello di George Russell - e della Mercedes come scuderia - è stato un capolavoro, non c'è altro da dire a riguardo.
Il gran peccato è che alcuni ricorderanno non lo ricorderanno come tale, bensì come "quella volta che Russell vinse con una Mercedes illegale"; ma anche questo, per quanto possa sembrare ingiusto, fa parte dello straordinario mondo della F1.
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