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17/08/2024 18:00:00

Red Bull, Verstappen diventa un 'problema'? Waché: «Identifichiamo tardi i problemi»


News di Alessio Ciancola

Dopo aver marchiato a fuoco la stagione 2023, e iniziato allo stesso modo il 2024 con una serie di vittorie a raffica, nelle ultime settimane la Red Bull sembra aver perso tale stato di forma, non potendo più contare sulla vettura migliore della griglia. Di fatto, GP di Monaco, la McLaren sembra aver compreso e sviluppato al meglio la propria vettura, ad oggi la migliore della classe, tale da costringere la Red Bull a limitare i danni in classifica, sia sfruttando i passi falsi dei rivali sia facendo affidamento su Max Verstappen, mai come nel 2024 in stato di grazia, capace di superare, con le sue doti di guida, i limiti della RB20.

RB20 su cui, a Milton Keynes, i tecnici hanno deciso di intervenire in maniera importante, malgrado dovesse semplicemente essere l'evoluzione della RB19, apportando modifiche significative in varie aree, come ad esempio il sistema di raffreddamento che è stato stravolto. Una vettura che, va detto, mai si è mostrata dominante come il modello precedente e, soprattutto, mai è stata capace di crescere di pari passo con gli sviluppi portati in pista, che non hanno garantito il plus sperato (come quello di Budapest, definito da Verstappen come uno dei più cruciali della stagione). Le ragioni di tale calo, ad oggi, sembrano essere due: la mancanza di performance pura e la necessità di essere sempre al limite, data la cronica difficoltà nel trovare il bilanciamento ottimale, sia a causa della complessità della RB20 sia degli assetti deliberati al simulatore (il team più volte è stato costretto a scartare il lavoro "da casa" e ricominciare la ricerca del setup in pista).

Una situazione complessa che è stata analizzata, ai microfoni di "Auto Motor und Sport", dal direttore tecnico della Red Bull Pierre Wachè, che tra le varie cose ha elogiando senza mezzi termini la bravura di Max Verstappen, come detto un vero e proprio valore aggiunto in questa annata, ma sottolineando anche quanto in momenti di difficoltà la bravura del tre volte campione del mondo possa rappresentare anche, ed in modo paradossale, un ‘contro’ per gli ingegneri e per il loro lavoro di  comprensione e risoluzione dei problemi della monoposto.

Molti deficit della vettura vengono nascosti, è vero. Questo a volte può portare a identificare un problema troppo tardi. Non costruiamo una monoposto in base ai desideri di un pilota, ma cerchiamo sempre di creare la più veloce possibile. Se dessimo retta a loro, probabilmente entrambi si sentirebbero a proprio agio, ma sarebbero anche più lenti”.

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Foto copertina x.com