Il GP di Singapore, dal punto di vista delle strategie si è sviluppato come da previsione. Nessuna grande sorpresa se non per la Soft scelta da Hamilton e da Ricciardo alla partenza. Un rischio, avevamo detto questa mattina. Il pilota che avesse scelto questa soluzione avrebbe dovuto effettuare sorpassi nel primo stint e sperare che non ci fossero Safety Car quando sarebbe dovuto rientrare ai box per sostituire i propri pneumatici anticipatamente rispetto alla concorrenza.
I piloti sono stati straordinariamente bravi nel non causare incidenti e neutralizzazioni, peccato però che per Hamilton la strategia non abbia comunque pagato. Norris e Verstappen davanti ne avevano di più anche su gomme Medie e una volta rientrato ai box, il britannico ha subito a quel punto l’overcut di tutti quei piloti riusciti ad allungare su gomme C4 il primo stint.
Prima di analizzare tutto nel dettaglio andiamo ad effettuare il recap delle strategie. La maggior parte dei piloti è andato sulla tattica più veloce proposta dalla Pirelli, ovvero Medium C4-Hard C3. Parliamo del vincitore dell’evento Norris, di Verstappen, Piastri, Russell, Leclerc, Sainz, Alonso, Hulkenberg, Perez, Colapinto e Ocon. Su Soft- Hard troviamo il solo Hamilton. Su Medium-Soft abbiamo Tsunoda e Gasly che riescono a gestire la Soft per oltre 20 giri chiudendo però al di fuori della top-10, poi Stroll, Zhou e Bottas su Hard-Medium.
Ricciardo è l’unico dei piloti riusciti a terminare la gara, ad attuare una strategia alternativa su 3 soste. L’australiano (che si vocifera possa aver sostenuto oggi la sua ultima gara in Formula 1) è andato su Soft-Medium-Soft-Soft chiudendo in ultima posizione (la 18°, per i ritiri di Magnussen e Albon). L’ultima sosta di Daniel arriva a 3 giri dalla fine per conquistare il giro veloce, così da togliere il punto addizionale a Lando Norris. Ricciardo riesce nell’impresa (1’34’’486, nuovo record della pista). Trovandosi però in P18, nessuno può ottenere il punto addizionale.
La gara ha pochissimo da dire dal punto di vista delle strategie quest’oggi. Norris decide di provare la fuga e con un passo rapidissimo, soprattutto sulle Medie, riesce a chiudere la gara con un margine di quasi 21’’ su Verstappen. Due sbavature, che lo portano a sfiorare il muro in entrambe le occasioni, non influenzano il risultato finale.
La Mercedes soffre nel primo stint e oltre a Hamilton che paga la scelta di dover montare la Hard troppo presto rispetto ai rivali (giro 18) va in sofferenza anche con Russell costretto a fermarsi al 29° giro per passare da Medium a Hard.
Piastri, fino a quel momento alle spalle delle due frecce d’argento, allunga il run su C4 fino alla 40° tornata e con gomme Hard supera agilmente, a quel punto, sia Hamilton che Russell chiudendo la gara in P3.
Charles Leclerc non ha nulla da invidiare a Piastri. Il monegasco passa da Medium a Hard nel corso del 38° giro. Tornato in pista in P8 a 26’’5 di distacco dalla quarta posizione di Russell e a 63’’6 dalla vetta (Norris), si rende protagonista di un passo eccezionale. Charles supera Alonso e Sainz in scioltezza, si libera di Hamilton non appena ne ha l’occasione e raggiunge Russell nel finale.
Purtroppo quando arriva George il gap prestazionale non è tale da permettergli il sorpasso. Leclerc chiude così in P5 (partito dalla P9) a 62’’430 da Norris, il che significa che Charles aveva un passo molto competitivo con pista libera davanti a sé. Difficile dire se fosse tale da sfidare la McLaren (sicuramente un po’ in gestione nell’ultimo stint), ma probabilmente ad un livello tale da lottare per il podio (ad essere onesti bosogna dire anche che il monegasco aveva gomme molto più fresche dei rivali davanti, questo ha certamente influito, ma per contro ha anche allungato oltremodo il primo stint. La nostra osservazione complessiva compensa le due cose).
Piastri e Leclerc sono andati molto lunghi nel primo stint nella speranza subentrasse una SC così da poter rientrare in partita per il podio. Oscar ci è riuscito comunque, mentre Leclerc, partendo dalla P9 aveva bisogno proprio di una neutralizzazione per puntare a tanto. Il fatto comunque di esser arrivato a meno di un secondo dalla P4 dimostra che la Ferrari il passo lo aveva. Peccato per la qualifica.
Prestazione sottotono di Sainz che riesce a superare solo Alonso, Hulkenberg e Tsunoda. Perez ottiene un punto partendo dalle retrovie, mentre Colapinto sfiora la top ten dopo un’altra grande prestazione. L'argentino della Williams chiude 11° a 1’’6 da Perez.
Foto copertina: X, Ferrari; foto interne: X, Pirelli
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