La Grand Prix Drivers' Association, ovvero l'organizzazione dei piloti di Formula 1, ha pubblicato un aggressivo comunicato nei confronti della FIA, chiedendo chiarezza.
Ecco le parole dei piloti: "Come in ogni sport, i competitor devono obbedire alle decisioni degli arbirti, che gli piacciano o meno, che siano d'accordo o meno. Così funziona lo sport. I piloti (i nostri membri) non agiscono in maniera diversa [da questa, ndr], e lo capiscono pienamente".
"I nostri membri sono piloti professionisti, che corrono in Formula 1, la massima categoria del motorsport internazionale. Sono gladiatori e ogni weekend di gara danno spettacolo agli appassionati".
"Per quanto riguarda l'uso di un linguaggio scurrile, c'è una differenza tra usarlo per insultare altri e quello casuale, usato per descrivere il brutto tempo, oppure un oggetto inanimato come una macchina di F1, oppure una situazione di guida".
"Chiediamo urgentemente al presidente della FIA [Mohammed Ben Sulayem, ndr] di considerare anche il suo tono di linguaggio quando parla con i piloti membri [della GPDA, ndr], o di loro, che sia in pubblico o meno. Inoltre, i nostri membri sono adulti, non hanno bisogno di ricevere istruzioni tramite i media su argomenti come indossare gioielli e mutande personali".
"La GPDA ha, in innumerevoli occasioni, espresso la propria visione sul fatto che le multe monetarie per i piloti non siano appropriate per il nostro sport. Per gli ultimi 3 anni, abbiamo chiesto al presidente della FIA a condividere i dettagli e le strategie riguardanti come le multe finanziarie date dalla FIA sono allocate e dove i fondi vengono spesi. Abbiamo anche espresso le nostre preoccupazioni riguardo l'immagine negativa che le multe finanziarie danno dello sport. Richiediamo nuovamente che il presidente della FIA offra trasparenza finanziaria e un dialogo diretto e aperto con noi. Tutti gli stakeholders (FIA, F1, le squadre e la GPDA) dovrebbero unitamente determinare come e dove i soldi vengono spesi per il beneficio del nostro sport".
"La GPDA desidera collaborare in maniera costruttiva con tutti gli stakeholders, anche con il presidente della FIA, per promuovere il nostro grande sport a favore di chiunque ci lavora, paga per vederlo e lo ama. Stiamo facendo la nostra parte", si legge in conclusione.
Insomma, il messaggio dei piloti è chiaro: sono a disposizione della FIA ma, come tutte le persone coinvolte in F1, si aspettano - e in un certo senso pretendono - di essere trattati con rispetto.
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