Da dove viene il talento? Nessuno lo sa. Dove può arrivare? Ovunque anche con l'oceano di mezzo. "Emmo" probabilmente all'inizio non lo sapeva; fece prima a metterlo in pratica che a farsene un'idea, di sicuro.
Quando alla fine degli Anni Sessanta arrivò in Inghilterra dal Brasile, per gareggiare in Formula Ford, aveva già vinto il campionato di Formula Vee in patria, dopo essere passato dalle due alle quattro ruote, per seguire le orme di suo fratello Wilson.
Formula Ford, Formula 3, Formula 2...tutto in poco tempo e con gli occhi di Colin Chapman addosso; con i sedili delle sue Lotus sotto il sedere. Dimostrava talento anche quando non vinceva, "Emmo", che altri avrebbero chiamato "rato", topo in portoghese, per via della dentatura sporgente, quasi obliqua.
A metà stagione del 1970 è già al volante della Lotus, all'epoca rossa, di Formula Uno: Chapman vuole una terza vettura per aiutare Jochen Rindt nella conquista del Mondiale e l'inglese Miles non riusce a essere tanto performante da coprire le spalle al fuoriclasse austriaco. "Emmo" si mostra subito all'altezza, al punto tale che dopo la tragedia di Monza, con Rindt che resta ucciso alla Parabolica in qualifica, sarà lui a proteggere il vantaggio che lo sfortunato compagno aveva accumulato. Dopo due gran premi saltati dalla Lotus in segno di lutto, nel Gran Premio degli Stati Uniti a Watkins Glen "Emmo" vince la gara, neutralizzando le velleità di Jacky Ickx e della Ferrari.
Un'altra Monza, due anni dopo: la Lotus è nera e oro per la partnership commerciale voluta da Chapman, mago anche nel campo delle sponsorizzazioni, con la JPS. Dopo una serie di gran premi vinti o sfruttati per piazzamenti redditizi, miscelando il livello eccelso delle prestazioni con la raffinatezza dei calcoli, "Emmo" è Campione del Mondo, a venticinque anni. Mai in Formula Uno c'era stato un iridato così giovane; perché il suo record venga battuto bisognerà attendere trentatré anni e un certo Fernando Alonso.
L'anno successivo, il 1973, vede il Campione in carica vittima di una nuova inaspettata concorrenza interna alla Lotus: quella con il nuovo compagno di team, il velocissimo vichingo Ronnie Peterson. La tensione tra i due incide sul Mondiale al punto che a trarne beneficio sono Jackie Stewart, Campione del Mondo per la terza e ultima volta, e la Tyrrell.
"Emmo" saluta con rammarico la Lotus per approdare in McLaren, dove trova un team che lo mette nelle migliori condizioni e una monoposto, la M23 Cosworth, che sembra profilata sulle due capacità di guida. Dopo aver trascorso due terzi di campionato nella bagarre, con Clay Regazzoni che sembra aver preso il largo assieme alla Ferrari, nelle ultime gare una serie di eventi incrociati porta i due a pari punti, fino al duello finale di Watkins Glen. Ferrari penalizzata dalle sospensioni, McLaren quarta, gestendo rischi e classifica: per la seconda volta, "Emmo" fa suo il titolo mondiale.
Nelle stagioni seguenti, dopo aver vinto il suo ultimo gran premio sotto la pioggia di Silverstone nel 1975, "Emmo" viene contagiato dal sogno di suo fratello Wilson, che vuole mettere su una scuderia tutta brasiliana: nasce così la scuderia dei Fittipaldi, sponsorizzata dalla Copersucar, azienda operante nel campo della raffinazione dello zucchero, che fino al 1980 darà anche il nome al team, che dal 1980 al 1982 sarà invece Skol Fittipaldi Team, senza più "Emmo", ormai divenuto direttore tecnico, nell'abitacolo.
Esperienza pionieristica, a suo modo, con pochi risultati in termini di punti ma non fallimentare, in rapporto ai mezzi e alle sopraggiunte difficoltà economiche.
Ha smesso di correre soltanto nel 1996, "Emmo", perché dal 1981 aveva ricominciato nel campionato CART, in Nordamerica, dove vince il titolo nel 1989 e due volte la 500 Miglia di Indianapolis, nel 1989 e nel 1993. Sono stati davvero in pochi a poter raccontare di aver raggiunto gli stessi risultati nei due mondi dell'automobilismo a ruote scoperte. Nel '96 lo ferma un brutto incidente in gara, in Michigan, con tanto di schianto addosso alle barriere e fiamme che avvolgono la monoposto, costringendolo a ritirarsi a cinquant'anni; altrimenti, chissà quando avrebbe smesso. Forse, mai.
Compie settantotto anni oggi, Emerson Fittipaldi; "Emmo", come lo abbiamo chiamato sin dall'inizio di queste righe. Il primo brasiliano ad aver avvicinato il suo popolo alla Formula Uno, nella stessa era degli Stewart, Lauda, Hunt, Peterson e tutti gli altri giganti come lui.
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