Dopo mesi di voci, la scorsa estatw si è posta la parola fine sulla telenovela relativa al futuro di Adrian Newey che, dopo aver deciso di lasciare la Red Bull, ha annunciato quale sarebbe stata la sua nuova squadra. Il tutto dopo essere stato, come detto, al centro della scena data la sua indecisione per il dopo Red Bull. Un post Milton Keynes che, di fatto, sembrava fatto di sole due opzioni: Aston Martin, che puntava su di lui per l'apertura di un ciclo vincente (con budget astronomici), e Ferrari, da anni in pressing per portarlo a Maranello e costituire un vero deram team. L'idea Ferrari, che per vario tempo è apparsa come la più concreta, è sfumata ad inizio estate, specie dopo che Stroll ha fatto "all-in" pur di avere Adrian, alzando l'offerta e organizzando una visita privata nella sede del team. Delle mosse che hanno portato l'inglese a scegliere il team di Silverstone dove, da pochi giorni, è diventato supervisore tecnico. Una scelta dettata, più che da fattori economici, dalla volontà del team di assecondare tutte le sue richieste, in termini di responsabilità e deleghe, a differenza della Ferrari che dinanzi a ciò si è tirata indietro.
Una mossa che logicamente ha fatto e sta facendo parlare molti tra gli addetti ai lavori nel paddock e non solo. Tra questi c'è anche Leo Turrini, che nel suo blog non si è sottratto dallo spiegare il valore del tecnico albionico e dei perché, dopo anni di corteggiamento, non ha deciso di passare in Ferrari.
"Adrian Newey, [...] ha ufficialmente debuttato nel nuovo ruolo al vertice di Aston Martin. [...] il brand che rimanda al mito di James Bond fin qui non ha toccato palla. [...] Zero vittorie e dubito sia tutta colpa del figlio di papà, Lance Stroll. Del resto pur un mostro sacro come Alonso è a sua volta a digiuno di successi dal 2013. [...] E in questa romanzesca vicenda la Ferrari c’entra e non poco, come dimostra lo stop al passaggio di Cardile nello staff della Verdona. [...] Classe 1958, [...] Newey ha preferito l’arte applicata alle auto da corsa. Il suo curriculum è clamoroso: 13 titoli mondiali piloti, 12 costruttori e oltre 200 GP vinti. [...] Serve altro? Ah, sì: ovviamente è strapagato come una Star e chi ha investito sul suo genio mai si è pentito. Mica per niente prima Montezemolo e poi Marchionne provarono ad ingaggiarlo per la Rossa. L’ultimo tentativo l’ha fatto John Elkann, un anno fa. Niente da fare. Non per questione di soldi, lo avrebbero coperto d’oro. [...] Ma al Cavallino ha detto no: forse il coinvolgimento processuale nella tragedia di Senna ha avuto un ruolo. [...] Non lo so. [...] E la scorsa primavera pare non sia piaciuto l’approccio di Vasseur, restio a concedergli pieni poteri".
Una scelta dettata dai motivi appena esposti, assecondata dallo staff di Lawrence Stroll che ha messo a disposizione dell'ex Red Bull anche Enrico Cardile, l'ex direttore tecnico della Ferrari che, per motivi economici ed incompatibilità ambientale, ha deciso di trasferirsi in Inghilterra, malgrado l'inizio della sua nuova avventura appare tutt'altro che semplice.
"Aston avrà Newey e l’esclusiva della power unit Honda e magari pure Verstappen. E Cardile. [...] Toscano [...] fu spostato da Marchionne sulla F1. Con bei risultati, tanto da diventare direttore tecnico. Ma poi si è rotto il rapporto di fiducia con Vasseur e nel luglio scorso il progettista per chi ha firmato? Per Aston Martin: papà Stroll, [...] gli ha moltiplicato lo stipendio pur di farne il più stretto collaboratore del magico Newey. Che ieri in fabbrica non l’ha trovato, Cardile. Perché la Ferrari, esercitando legittimamente la clausola di divieto di concorrenza, fino all’estate non è disposta a…liberare il transfuga. Talvolta nemici non si nasce, ma si diventa. Resta da capire chi avrà ragione".
Leggi anche: Ferrari, Fiorano non basta: c'è l'accordo per la nuova pista «Test Track». I dettagli
Leggi anche: Ferrari, la dura risposta di Elkann alle critiche sull'arrivo di Hamilton: cosa ha detto
Foto copertina x.com