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15/04/2025 15:00:00

Max limita i danni e Tsunoda centra la top ten, ma a Milton Keynes c'è aria di crisi


Articolo di Martina Luraghi
La squadra di Horner si aggrappa a Verstappen per cercare di rimanere a galla, ma la realtà viene spesso alterata dalle prestazioni "da Campione del Mondo" che offre l'olandese; il rischio di perderlo è reale e anche Helmut Marko ha lanciato l'allarme.

La prestazione offerta dalla Red Bull in Bahrain non può essere assolutamente considerata sufficiente, dal momento che la squadra anglo-austriaca è rimasta impantanata nella scomoda posizione di quarta forza sia in qualifica che, soprattutto, in gara con una RB21 che non ha mai mostrato un ritmo all'altezza neanche dei più diretti avversari quali Ferrari e Mercedes.

Alla bandiera a scacchi gli uomini di Milton Keynes avrebbero anche avuto un motivo per sorridere visto che Yuki Tsunoda è riuscito a piazzarsi al nono posto, centrando una zona punti che con il secondo pilota non si vedeva da fine novembre in quel di Las Vegas. Per trovare un risultato migliore di quello ottenuto dal giapponese, inoltre, occorre tornare ancora più indietro al GP degli Stati Uniti, quando ad Austin il Sergio Perez concluse la corsa in settima posizione.

Eppure l'umore che si respira nel box Red Bull è tutt'altro che sereno, con Max Verstappen costretto a remare contro una monoposto - per la prima volta progettata interamente sotto la supervisione del Direttore Tecnico Pierre Waché - che allo stato attuale delle cose non gli permette di lottare ad armi pari per la difesa del titolo Mondiale.

A questo vanno inoltre aggiunti gli insoliti problemi che il team di Christian Horner sta avendo anche in un'area laddove fondamentalmente non ha mai avuto rivali, vale a dire i pit-stop: durante la gara a Sakhir la squadra ha infatti riscontrato problemi, prima a causa di un malfunzionamento del semaforo e poi con un problema all'anteriore destra dello stesso Verstappen.

Il rischio di perderlo adesso è reale

Nonostante le difficoltà il quattro volte iridato anche nella giornata di domenica è comunque riuscito a metterci una pezza, chiudendo la gara in sesta posizione con un sorpasso all'ultimo giro ai danni dell'Alpine di Pierre Gasly. La sensazione che aleggia nel paddock però è che l'olandese non aspetterà in eterno, forte anche della clausola prestazionale presente nel contratto che gli permetterebbe di svincolarsi in anticipo rispetto alla naturale scadenza fissata al termine del 2028.

Finchè si tratta di speculazioni è un conto, ma questa volta a lanciare l'allarme è stato direttamente Helmut Marko: "Nel breve termine non possiamo fare molto dal punto di vista tecnico. Speriamo di vedere progressi una volta arrivati in Europa, ma con prestazioni simili non potremo difendere il titolo e questo è un rischio concreto per la permanenza di Max". Dichiarazioni che trovano riscontro nella riunione indetta dal team nell'immediato post-gara alla quale ha partecipato non solo il super consulente della Red Bull, ma anche HornerWaché e il capo ingegnere Paul Monaghan.

La stagione è molto lunga, ci sono ancora 20 tappe da affrontare ma visto il ritmo furioso imposto dalla McLaren e il ritardo accumulato dalla Red Bull al momento è difficile pensare che il gap possa essere colmato, perlomeno non in tempi brevi. Dopo l'ultimo weekend Verstappen è scivolato al terzo posto in classifica Piloti, subendo il sorpasso di Oscar Piastri, e nonostante la vetta occupata da Lando Norris disti solo 7 punti, al momento è più facile pensare ad uno strappo del duo papaya rispetto ad un recupero del nativo di Hasselt.

Per questo Super Max potrebbe decidere di cominciare davvero a guardarsi intorno e decidere di accasarsi altrove; Toto Wolff non ha mai nascosto il desiderio di portare il classe '97 a Brackley, ma l'opzione Mercedes potrebbe perdere quota in seguito agli ultimi rumors che vedono George Russell vicino al rinnovo biennale. Aston Martin sarebbe a questo punto in pole position, forte anche del duo Adrian Newey-Honda, binomio che ha fatto le fortune di Verstappen (e con il quale tornerebbe a lavorare volentieri).

Tutto questo è avvallato anche dall'incertezza che si respira attorno al progetto 2026 della Red Bull che porterà per la prima volta assoluta in pista una Power Unit interamente progettata nel quartier generale di Milton Keynes e della quale per il momento non si dice tanto bene, nonostante il supporto di Ford. Tanti pezzi di un puzzle che, dunque, potrebbero presto incastrarsi tra loro, lasciando con un pugno di mosche in mano quella che fino a dodici mesi fa era considerata da tutto il paddock come una vera e propria corazzata, ora divenuta fragile e che rischia seriamente di crollare come un castello di carte al primo significativo soffio di vento.

Foto interna pbs.twimg.com

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