Nella storia della Formula 1, anche i migliori piloti nei loro esordi, sono stati sottovalutati. Pensate ad Alain Prost, sì, proprio lui, il "professore" della Massima Categoria. All'inizio della carriera, al francese non vennero riconosciuti nè il suo indiscutibile talento nè le grandi capacità. Ma la pista, da sempre giudice supremo, ribalta ogni falso pregiudizio. E con Prost sappiamo bene com'è andata a finire.
Un film spesso rivissuto nella storia della F1, e che adesso sembra ripetersi con Oscar Piastri. Classe 2001', entra a far parte del team McLaren nel 2023, dopo le controversie contrattuali (poi risolte) con Alpine. Nelle categorie minori, aveva già lasciato il segno: campione in F3 nel 2020 e al debutto in F2 l'anno successivo.
Il primo anno con McLaren è di adattamento: Oscar inizia a prendere confidenza col team, la monoposto e il compagno di squadra Lando Norris. La vettura, ancora in fase di sviluppo, non gli permette grande costanza, ma i segnali di crescita nel corso della stagione, sono più che evidenti. Al GP Belgio 2023, ottiene il suo primo podio nella Sprint Race. Un altro podio riesce a conquistarlo in Giappone e in Qatar dove grazie al doppio appuntamento ottiene anche la prima vittoria nella mini gara del sabato.
Nel 2024, la musica cambia: la McLaren riesce in poche gare a far emergere quella competitività che tutt'oggi la caratterizza, permettendo ai suoi piloti di lottare per il mondiale. A fine stagione, riescono a trionfare nel costruttori, riportando il titolo a Woking dopo 26 anni. Piastri chiude l'anno conquistando otto podi, una pole e due vittorie, classificandosi in quarta posizione nella classifica piloti.
La stagione corrente inizia con obiettivi ben precisi per l'australiano: mostrare il proprio talento e quanto appreso nelle due stagioni affrontate. Con una monoposto che si candida già all'alba del campionato la migliore in pista, bisogna essere all'altezza delle sue capacità. La MCL39 si mostra già nei test pre-stagionali forte, costante e al di sopra delle aspettative.
Gli avversari iniziano già a temerla. Tutti vogliono scoprire il segreto che si cela a Woking. Dopo i primi chilometri percorsi a Sakhir, l'attesa si concentra sull'appuntamento inaugurale del mondiale, che torna a Melbourne. Per Piastri, è la gara di casa.
La pioggia regala una gara ricca di colpi di scena, e tra questi c'è anche l'errore di Piastri, che rimane impantanato nell'erba all'ultima curva del tracciato australiano. Il pilota #81 riesce a rientrare in pista, ma la sua gara sarà totalmente compromessa, chiudendo solo nono al traguardo. Un inizio non gradito, un errore che poteva essere evitato e una delusione che ne fa da padrone sul suo volto. Ma in soli sette giorni, tutto cambia.
In Cina, Oscar Piastri è protagonista assoluto: vince con ben nove secondi di vantaggio da Lando Norris. Un risultato importante, che mostra ancora una volta la capacità dell'australiano nel saper archiviare con estrema facilità, gli errori commessi. Solo a Suzuka deve accontentarsi della terza posizione, grazie ad un Verstappen insuperabile. In Bahrain e a Jeddah, ottiene due grandi successi che lo portano a diventare il nuovo leader del mondiale, con un gap di dieci lunghezze su Lando Norris. Un segnale forte, che inizia a far capire l'estrema bravura dell'australiano, che non può più essere sottovalutato.
Fin dal suo arrivo in McLaren, Oscar Piastri ha trovato in Lando Norris un punto di riferimento ma anche un metro di paragone. Il britannico è da anni il pilota attorno cui la McLaren ha costruito il proprio progetto di rivoluzione. Ma l'arrivo dell'australiano e la sua incisiva presenza, potrebbe mescolare tutto.
Se il rapporto tra i due è sempre sembrato sereno e collaborativo, in questi ultimi appuntamenti abbiamo notato un cambiamento, soprattutto nelle dichiarazioni di Piastri. Quest'ultimo ha una visione ben diversa di ciò che accade in pista rispetto a Norris, che è apparso nelle ultime gare - forse sintomo dei diversi errori commessi - più autocritico con sé stesso e con la propria monoposto.
Finora non abbiamo ancora assistito ad una vera e propria lotta in pista tra i due, grazie anche al controllo esercitato dal team che li tiene ancora legati dalle famose "Papaya Rules" - e Suzuka ne è stata l'ennesima conferma. Ma quanto potrà durare questo equilibrio? In una stagione dove la posta in gioco è il titolo mondiale, è difficile immaginare che un patto simile possa reggere a lungo.
Al momento a Woking regna la diplomazia. Contano i risultati, meno chi li compie. La consapevolezza di avere due buoni piloti è predominante, il fatto che uno dei due possa avanzare e chiedere di diventare il numero 1, non è un pensiero che al momento naviga nelle menti di Stella e Brown. Ma per quanto potrà reggere questa procastinazione?
La paura del team inglese potrebbe affondare in radici più profonde legate a dinamiche ben note nella storia della Formula 1: le storiche rivalità tra compagni di squadra, che, quando esplondo, posso portare arie ostili. Un episodio recente è quanto accaduto tra Hamilton e Rosberg nel GP Spagna 2016. Allora compagni di squadra in Mercedes, si buttarono fuori al primo giro della gara, elimandosi a vicenda.
Un fatto non più avvenuto, ma che segnò profondamente l'equilibrio del team, che capì che era giunto il momento di permettere la lotta tra i due, pur proteggendo il risultato collettivo. Se la McLaren continuerà a rimanere la prima forza in campo, o vicina agli avversari, bisognerà permettere a Norris e Piastri di duellare in pista. Un atto inevitabile, necessario per capire chi dei due ha ciò che serve per diventare Campione del Mondo.
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