Quando Max Verstappen ha conquistato la pole position a Suzuka ha lasciato il paddock a bocca aperta. Nessuno credeva che qualcuno avrebbe potuto sfidare le due McLaren e invece lui, con il suo piede da campione, ha ribaltato i pronostici. Il copione si è ripetuto poi anche a Jeddah e a Miami, ma lì non è riuscito a difendere la posizioni dagli attacchi delle frecce arancioni. C'è dentro gran parte del talento del pilota in questi risultati, però non dobbiamo sorprenderci se nel corso della stagione ci saranno altre partenze dal palo.
Al momento, infatti, l'unica pecca della McLaren è proprio il giro secco. Tralasciando gli errori di guida, spesso i piloti lamentano di non avere la sicurezza giusta, di sentire la vettura scivolosa. Questo è perché la configurazione della MCL39, dalla gestione della gomma alla frenata, favorisce il passo gara, non il giro secco. E la Red Bull, pronta a cogliere ogni debolezza, ha capito che il sabato è una breccia nella corazzata papaya, l'unica occasione che può sfruttare per pensare alla vittoria (salvo ingegni strategici o gare pazze). E lo stesso Max sa che deve difendere quella posizione a ogni costo, perché quando le vetture di Woking scappano in aria pulita non ce ne è per nessuno. Perciò, gli ingegneri sono più propensi a cercare un assetto più aggressivo, che spinga su ogni millimetro di pista, massimizzando ogni occasione (e sperando nel miracolo chiamato Verstappen).
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