Doppia eliminazione in Q2, ottava forza in campo, e una undicesima e dodicesima posizione sulla griglia di partenza. Forse non serve altro per descrivere e commentare il pessimo, umiliante sotto alcuni punti di vista, colto dalla Ferrari al termine della qualifica del GP del Made in Italy e dell'Emilia Romagna a Imola. Un bottino, parziale per ora ma difficilmente ribaltabile in gara, impietoso e che mette in mostra come l'annata del Cavallino sia, ormai in modo chiaro, negativa e quantomai lontana dalle rosee previsioni invernali. Al contrario, appare caratterizzata da una vettura lenta, poco competitiva, non comprensibile per i tecnici ma soprattutto senza quel potenziale nascosto che il team principal Vasseur millanta da tempo e che, ad oggi, solo lui vede. Non solo, poiché pur di trovare la quadra i tecnici continuano a sperimentare soluzioni ai mali della vettura avendo provato, a quanto ci risulta, qualcosa legato al giro di preparazione delle gomme.
In verità, che le cose fossero negative si era capito ben presto in questa stagione, ma ad oggi (dopo il crollo del sabato imolese, che fa il paio con la debacle di Miami) il quadro pare peggiorare sempre più. Probabilmente a causa di rivali che fanno passi avanti, sia portando sviluppi che affinando il pacchetto, a dispetto di un Cavallino fermo e incapace di progredire, ancora bloccata nel comprendere la enigmatica SF-25. E solo la SF-25, perché i piloti vanno scagionati del tutto, dato che Leclerc prova sempre a gettare il cuore oltre l'ostacolo e Lewis Hamilton, pur avendo superato gran parte dei problemi di adattamento e iniziato a perfomare a livello del compagno di squadra, si trova anche lui sopraffatto dalla situazione in cui si trova. E soprattutto incapace, assieme a Leclerc, di compensare con la guida, se non rischiando di peggiorare ancora di più la situazione.
Ma, fermandosi a riflettere, l'annata 2025 potrebbe iniziare ad essere ritenuta coma la peggiore nella storia del Cavallino degli ultimi decenni. Anche di più rispetto a quella del 2020 che, fino ad oggi, era ritenuto a furor di popolo l'hannus horribilis di Maranello. E non diciamo ciò a sproposito, ma dati alla mano. Guardando la qualifica di Imola del 2020, la sciagurata SF1000 (azzoppata dalla DT della FIA volta ad arginare la gestione "intelligente" dei flussi di benzina) di Charles Leclerc, prima delle due, si posizionò in settima piazza, entrando in Q3 e rivelandosi quarta forza in campo. Un risultato, strano a dirsi, ben superiore a quello della SF-25 che, come detto in apertura, è stata eliminata in Q2 come ottava forza della griglia. Inutile girarci attorno: abbiamo assistito ad uno dei punti più bassi della storia recente della Scuderia, che a Maranello dovrà portare a importanti riflessioni e se possibile, rialzarsi dopo aver toccato il fondo. Oppure continuare a scavare, con un quadro che potrebbe peggiorare ancora a causa di alcuni problemi presenti ma non ancora diventati noti all'esterno...
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Foto copertina media.ferrari.com