Leggi l'articolo completo su formula1.it

23/05/2025 12:30:00

Dentro le curve di Monaco: tecnica, emozioni e leggende


Articolo di Flavia Delfini
Prima di scendere in pista e vedere le vetture in questo 2025, andiamo alla scoperta di un circuito complesso che é stato storicamente ricco di incidenti e contatti con le barriere.

Il Gran Premio di Monaco, introdotto nel calendario di Formula 1 nel lontano 1950, si distingue per essere un cittadino con numerose curve "storiche" che caratterizzano il tracciato. Ciò che lo rende unico nel suo genere è la presenza di curve a bassa velocità e i muri particolarmente vicini, dove anche il minimo errore può rivelarsi fatale. È proprio su questo circuito che venne rivoluzionato il sistema delle qualifiche. Inizialmente, l’ordine di partenza veniva deciso tramite sorteggio; successivamente, nel 1933, il “poleman” iniziò a essere il pilota più veloce nelle sessioni del venerdì e del sabato.

Dopo questa breve introduzione, scopriamo nel dettaglio le curve che rendono unico il circuito situato tra le strade del Principato. Questi tratti, attraverso incidenti e duelli, hanno scritto pagine memorabili nella storia della Formula 1.

 

Partiamo dalla prima curva, la Sainte-Dévote. Si tratta della prima curva del tracciato, una stretta piega a sinistra che, nel corso degli anni, è stata teatro di incidenti e sorpassi leggendari. Il nome deriva dalla santa patrona di Monaco: secondo la leggenda, il corpo della santa fu trasportato da una nave durante una tempesta che si calmò grazie all'intervento miracoloso di una colomba uscita dalla bocca della martire.

Diversi sono stati gli episodi significativi accaduti qui. Tra questi, si ricorda il caos del Gran Premio del 1980, quando Derek Daly frenò in ritardo tamponando l'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli e causando un effetto domino che coinvolse anche Prost e Jarier, con vetture catapultate e detriti ovunque. Un altro incidente notevole avvenne nel 1985, quando Nelson Piquet tentò un sorpasso su Riccardo Patrese. Il contatto tra i due causò la perdita di olio dalla vettura di Patrese, rendendo la pista estremamente scivolosa: anche Lauda e Alboreto finirono coinvolti. Nel 1995, alla partenza, si verificò un altro caos: David Coulthard decollò e atterrò davanti alle Ferrari di Berger e Alesi, dando vita a un incidente che coinvolse altre cinque auto.

Proseguendo lungo il tracciato, troviamo il tratto chiamato "Beau Rivage". Il nome significa "bella vista", e non è difficile capirne il motivo: salendo lungo questa leggera pendenza, i piloti possono intravedere scorci spettacolari sul porto e sul mare. Questa sezione richiede grande attenzione nella gestione della trazione per mantenere velocità senza perdere aderenza. La Beau Rivage conduce direttamente alla curva di Massenet. La curva Massenet si trova subito dopo il rettilineo in salita ed è una piega veloce a sinistra, particolarmente impegnativa. Conduce verso la zona del celebre Casino de Monte-Carlo. Il nome omaggia Jules Massenet, noto compositore francese del XIX secolo, autore di opere liriche come Manon e Werther. Questo dettaglio sottolinea il legame tra la cultura sofisticata del Principato e il circuito.

Tra le imprese memorabili legate a questa curva va menzionata quella di Ayrton Senna, vero maestro sul circuito monegasco. Nel 1988, durante le qualifiche, completò un giro perfetto con un margine di oltre un secondo su Prost, dimostrando una precisione incredibile affrontando Massenet. Tuttavia, ricordiamo anche episodi controversi, come quello del 2006: durante il GP, Michael Schumacher fermò strategicamente la sua vettura a Massenet durante le qualifiche, bloccando la pista e impedendo a Fernando Alonso di migliorare il suo tempo. Questa mossa fu giudicata intenzionale e Schumacher venne retrocesso in griglia.

Avvicinandoci al celebre Casino de Monte-Carlo incontriamo la curva "Casinò". È una piega a destra veloce e tecnica che conduce i piloti verso la discesa del Mirabeau Alto. La curva deve il suo nome al lussuoso casinò costruito nel 1863, simbolo di eleganza e storia frequentato da celebrità e protagonisti della Formula 1.

Proprio qui, nel 2004, Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya entrarono in collisione alla curva del Casinò mentre la Safety Car era in pista. L'incidente segnò la fine della gara per Schumacher, che in quel momento era in lotta per la vittoria. Nel 2008, invece, Lewis Hamilton andò a sbattere contro le barriere alla stessa curva, causando danni alla sua McLaren. Nonostante ciò, grazie a un rientro tempestivo ai box e una strategia impeccabile, riuscì a conquistare il Gran Premio. Diversamente, nel 2010, Fernando Alonso perse il controllo della sua Ferrari durante le prove libere alla curva del Casinò, impattando contro le barriere. Questo incidente lo costrinse a saltare le qualifiche e a partire dall'ultima posizione in griglia.

La curva Mirabeau Haute rappresenta una delle sezioni più tecniche del celebre circuito di Montecarlo, situata immediatamente dopo Casino Square. È una curva a destra in discesa, che richiede ai piloti di affrontare il primo vero test di frenata del tracciato. Il nome Mirabeau trae origine dall’elegante quartiere residenziale che sovrasta questa sezione, offrendo una vista suggestiva sul porto di Monaco. L’aggiunta di "Haute" serve a distinguerla dalla successiva curva Mirabeau Bas, posizionata più in basso lungo il percorso. In questa curva, i piloti arrivano a velocità superiori ai 250 km/h e devono frenare con estrema precisione per affrontare correttamente il tratto. Tuttavia, la leggera pendenza della strada aggiunge una sfida ulteriore, rendendo complicata la gestione delle vetture e aumentando il rischio di bloccaggio delle ruote anteriori. Sebbene il circuito di Monaco offra rarissimi spunti per tentare sorpassi, Mirabeau Haute rappresenta uno dei pochi punti in cui si può azzardare un attacco, aumentando così l’adrenalina dei piloti e degli spettatori.

A questa curva sono legati alcuni episodi significativi che vedono protagonisti due piloti ancora attivi in Formula 1: Lewis Hamilton e Max Verstappen. Durante le qualifiche del 2009, Hamilton danneggiò una sospensione della sua McLaren a causa di un errore proprio al Mirabeau, compromettendo così il suo intero fine settimana. Nel 2015, al suo esordio a Montecarlo, Verstappen fu protagonista di un episodio altrettanto memorabile: nel tentativo di superare in modo aggressivo Romain Grosjean, perse il controllo della vettura e andò violentemente a impattare contro le barriere. L’incidente fu spettacolare, ma fortunatamente il giovane pilota olandese ne uscì illeso.

Si arriva ora alla Fairmont Hairpin, una curva leggendaria del circuito, nota anche come Loews Hairpin o Vecchia Stazione. Questo tornante a sinistra, estremamente stretto, costringe le vetture a rallentare fino a circa 50 km/h, rappresentando il punto più lento dell'intero calendario di Formula 1. In passato, era chiamato Loews Hairpin, in riferimento all'hotel situato sopra la curva, ma nel 2010 è stato rinominato Fairmont Hairpin, prendendo il nome dal nuovo proprietario della struttura.

Uno degli episodi più memorabili legati a questo tratto si verificò nel 1988, grazie ad Ayrton Senna. Durante il Gran Premio di Monaco, Senna affrontò la Fairmont Hairpin con straordinaria precisione, imponendo un ritmo insostenibile per i suoi rivali. La sua magistrale prestazione su questo tratto fu decisiva nel consolidare la sua leggendaria vittoria.

Arrivando alla Mirabeau Bas, si nota come questa curva a destra, in discesa, conduca i piloti verso Portier e il celebre Tunnel. Il nome Mirabeau prende origine dall'area residenziale di lusso che domina la curva, offrendo una suggestiva vista panoramica sul porto di Monaco. L'aggiunta di Bas (basso) serve a distinguere questa sezione dalla Mirabeau Haute, situata più in alto lungo il tracciato.

Uno degli episodi più ricordati legati a Ayrton Senna ha avuto luogo proprio qui. Durante il GP di Monaco, mentre dominava la gara, Senna commise uno dei suoi rarissimi errori a Mirabeau Bas, finendo contro le barriere. Furioso con sé stesso, abbandonò il circuito senza fare ritorno ai box, lasciando un’immagine indelebile nella memoria degli appassionati. Passiamo ora alla curva Portier, una delle sezioni più tecniche e cruciali del circuito di Montecarlo, situata immediatamente dopo la Mirabeau Bas.

Questa curva a destra porta direttamente verso il celebre Tunnel, uno dei tratti più veloci e iconici del tracciato. Il nome Portier deriva dall’hotel situato accanto alla curva, il cui ingresso affaccia proprio su questo punto del percorso. I piloti affrontano Portier a una velocità compresa tra i 120 e i 140 km/h, cercando di mantenere il massimo della trazione per prepararsi al successivo tratto nel tunnel.

Un momento tragico nella storia della Formula 1 è legato a questa parte del circuito. Nel 1967, dopo aver superato Portier, Lorenzo Bandini perse il controllo della sua Ferrari e si schiantò contro le barriere nella chicane del porto. Il violento impatto causò un incendio devastante; Bandini riportò gravi ustioni e perse la vita pochi giorni dopo, segnando per sempre la memoria del mondo automobilistico.

Il Tunnel  è il punto più veloce del tracciato, dove i piloti raggiungono velocità superiori ai 280 km/h, prima di affrontare la staccata della Nouvelle Chicane.Il tunnel del circuito di Monaco prende semplicemente il nome dalla sua struttura: è una sezione coperta che passa sotto l'edificio del Fairmont Hotel, creando una sorta di galleria attraverso cui le vetture sfrecciano a tutta velocità. È uno dei tratti più unici della Formula 1, perché i piloti affrontano un brusco cambio di luminosità mentre escono dalla Sainte Dévote e si lanciano nel tunnel, passando dalla luce naturale alla penombra artificiale. Questa transizione può influenzare la percezione della velocità e la visibilità, rendendo il tunnel un punto insidioso del tracciato.

Durante il Gran Premio di Monaco 2004, Alonso stava inseguendo Ralf Schumacher quando, nel tunnel, la sua Renault colpì un detrito e perse il controllo, andando a sbattere violentemente contro il muro. L'incidente mise fine alla sua gara.

La Nouvelle Chicane, conosciuta anche come Chicane del Porto, rappresenta una delle sezioni più tecniche del circuito di Montecarlo. Situata immediatamente dopo il Tunnel, è il primo vero punto di frenata successivo al tratto più veloce del tracciato. Il nome Nouvelle Chicane, che in francese significa "Nuova Chicane", fu introdotto nel 1986, in seguito a modifiche al layout del circuito volte a migliorare la sicurezza e ridurre la velocità delle auto in uscita dal tunnel. I piloti arrivano a superare i 280 km/h, dovendo poi frenare bruscamente per affrontare questa complessa sequenza.

Un episodio memorabile legato a questa sezione si verificò durante il Gran Premio di Monaco del 2005, quando Michael Schumacher tentò un sorpasso su Fernando Alonso alla Nouvelle Chicane. Nonostante l'attacco, il pilota spagnolo dimostrò notevole abilità difensiva, mantenendo la leadership della gara.

Passiamo ora alla celebre curva Bureau de Tabac. Spesso indicata semplicemente come Tabac, è una delle curve più veloci e impegnative del circuito. Posizionata subito dopo la Nouvelle Chicane, questa curva sinistrorsa conduce i piloti verso la sezione delle Piscine, richiedendo precisione assoluta. Il nome Bureau de Tabac deriva da una storica tabaccheria situata nei pressi della curva, e con il tempo è diventato un elemento iconico della tradizione del tracciato di Monaco.

Anche questa curva è stata teatro di eventi significativi nel corso degli anni. Nel 1994, durante le qualifiche, Jean Alesi perse il controllo della sua Ferrari alla curva Tabaccaio, schiantandosi contro le barriere in un impatto violento dal quale uscì fortunatamente illeso. Nove anni più tardi, nel 2003, Jenson Button subì un incidente spettacolare durante le prove libere, con la sua BAR-Honda che finì contro le barriere dopo aver perso aderenza.

Proseguendo lungo il circuito, troviamo la sezione delle Piscine. Situata dopo la curva Tabac, quest'area è caratterizzata da una sequenza di curve veloci che portano verso Rascasse e il traguardo. Il nome Piscine deriva dalla piscina olimpionica situata accanto alla pista, nel cuore del porto di Monaco. Questa zona è tra le più riconoscibili del circuito, con spettatori che seguono la gara da yacht e terrazze esclusive.

Un momento memorabile risale al caotico Gran Premio di Monaco del 1996, quando Olivier Panis evitò incidenti nella sezione delle Piscine e riuscì a trionfare nella gara, diventando l'ultimo pilota francese a vincere sul tracciato monegasco.

La Curva Rascasse è un'altra icona del circuito, posizionata poco prima della curva Anthony Noghès e del rettilineo finale. Si tratta di una stretta curva a destra che richiede massima precisione per evitare le barriere. Deve il suo nome a un famoso ristorante situato accanto alla curva, che prende ispirazione dal pesce tipico del Mediterraneo noto come "rascasse".

Tra gli episodi degni di nota a Rascasse ricordiamo il contatto con le barriere da parte di Max Verstappen, il cui incidente durante un tentativo azzardato di guadagnare tempo su Daniel Ricciardo compromette l'intero weekend del pilota olandese. Infine, parliamo della curva Anthony Noghès. Situata appena prima del rettilineo dei box, questa curva destra è l'ultima del circuito e richiede grande abilità per mantenere velocità in uscita e garantire una buona accelerazione verso il traguardo.

La curva prende il nome da Anthony Noghès, fondatore del Gran Premio di Monaco e inventore della ormai iconica bandiera a scacchi, simbolo della conclusione di ogni gara. Nel 1979, questa curva – un tempo nota come Gasometro – venne ribattezzata in suo onore.

Uno dei momenti più spettacolari avvenne nel 2012, quando Michael Schumacher eseguì un sorpasso straordinario su Romain Grosjean durante le qualifiche proprio alla curva Anthony Noghès, dimostrando ancora una volta il suo talento sul prestigioso tracciato monegasco.

Un tracciato che, come abbiamo appena notato, si è distinto per un susseguirsi di vittorie, sorpassi e incidenti; ed è proprio questa particolarità a renderlo unico nel suo genere.

Leggi anche: GP Monaco 1984: quando il mondo conobbe Ayrton Senna

Foto copertina x.com

Foto interna x.com