Il GP di Monte Carlo non riserva alcuna sorpresa, neanche con la doppia sosta. Ci si attendeva maggiore azione, ma rispetto all’ordine di partenza ci sono stati pochissimi cambi di posizioni. Ferrari e McLaren agiscono come da programma, soprattutto perché, dopo un lieve tentennamento iniziale, Norris capisce che per stare tranquillo c’è bisogno di spingere e attuata questa strategia, si mette in una condizione di comfort tale da poter mantenere la prima posizione. Arriverà qualche preoccupazione da Verstappen e Leclerc, ma alla fine si risolverà tutto in un nulla di fatto.
Prima di analizzare quanto avvenuto in gara andiamo a conoscere il pensiero rilasciato dal direttore motorsport Pirelli, Mario Isola, al termine di questa giornata: "La novità regolamentare introdotta ha certamente aumentato la curiosità non solo degli addetti ai lavori ma anche degli appassionati. Se è vero che oggi abbiamo avuto gli stessi primi quattro classificati della sessione di qualifica, è altrettanto vero che ci sono stati cinque cambi di leadership con tre diversi piloti che hanno condotto la gara e, alle loro spalle, c’è stata tanta azione. Molto più di quella avuta lo scorso anno", ha detto alle colonne della Pirelli.
"Dal punto di vista delle gomme, come prevedibile Medium e Hard sono state le mescole più utilizzate: entrambe hanno dimostrato di poter praticamente percorrere tutta la distanza prevista senza fare un pit-stop. La Medium ha richiesto magari un po’ più di gestione ma tutto sommato ha avuto un livello di degrado ben più che accettabile. In questo weekend, la C6 ha dimostrato di essere una buona gomma da qualifica ma, soprattutto, ha giocato un ruolo tattico, spingendo ovviamente le squadre ad usare di più la Medium che, ricordiamolo, era la Soft dello scorso anno: è questo l’obiettivo che ci eravamo dati e ora aspettiamo con curiosità Montreal per vederla all’opera su un altro tipo di pista”, ha concluso il manager italiano.
Sinceramente, come detto anche questa mattina, chi scrive si attendeva un impegno molto più ampio della Soft C6. Una lezione che impareremo per le prossime gare.
La prima notizia è che Monaco resta Monaco. Una o due soste, l’ordine generato dalle qualifiche non viene stravolta dal doppio pit stop. Gli unici cambi sono dettati da Hamilton che da settimo arriva quinto, mentre gli altri guadagnano linearmente una posizione su Alonso, che a causa di un problema tecnico rinuncia oggi ai suoi primi importantissimi punti (Fernando era potenzialmente sesto al momento del ritiro nel corso del 39° giro).
Grazie alle due soste vi dobbiamo rendere conto di diverse strategie: M-H-H per Norris e Piastri, M-H-M per Leclerc e Bearman, H-M-S per Verstappen (per lui un solo giro su C6 nel finale), H-H-M per Hamilton e Stroll, M-S-H per Hadjar (primi stop molto anticipati) e Lawson ((primo pit ritardato), M-M-H per Ocon e Albon, H-M-M per Sainz (primo pit molto ritardato) e Colapinto, H-M-H inspiegabile per le due Mercedes, M-H-M per Bearman che giunge 12° con pit stop al primo giro, M-H-S-M per Bortoleto, l’unico su tre soste e infine S-H-M per Tsunoda che arriva 17° dietro alle Racing Bulls, lontano dai punti. Ritirati Alonso e Gasly.
Anche se abbiamo assistito alle strategie più disparate, quelle che hanno creato i maggiori spunti di discussioni sono state quella di Verstappen e quella della Mercedes. Mentre tutti hanno cercato di smarcare le due soste il prima possibile, tra i tanti McLaren e Ferrari che sono andate subito all'attacco cercandosi di aprire un gap sui rivali per mettersi in condizioni di sicurezza, Max ha cercato di allungare lo stint centrale il più possibile nella speranza di una neutralizzazione nel finale. Per l’olandese era l’unica speranza di arrivare a podio (negli ultimi giri l'unica speranza, a dir la verità, era una bandiera rosa), ma per Verstappen non arriverà mai l’occasione attesa e proprio all'ultimo giro dovrà rientrare ai box per chiudere la gara in quarta posizione.
Per quanto riguarda il piano messo in atto dalla Mercedes c’è solo una spiegazione. Le due vetture hanno allungato tantissimo il primo stint nella speranza che subentrasse una Safety Car, mai arrivata oggi. Quando si sono resi conto che per entrambi i piloti sarebbe stato difficile arrivare a punti hanno deciso di sacrificare Antonelli, facendolo rallentare imitando la strategia delle Williams, così da creare un gap sufficiente da permettere a George di mantenere la P11 dopo le due soste e il drive-through rimediato per aver superato Albon oltrepasando i limiti della pista. Una volta raggiunto l’obiettivo Kimi viene richiamato per fare le due soste obbligatorie, ma a quel punto, l’ultima posizione è inevitabile.
Se in qualche modo si può spiegare la tattica della Mercedes, risulta invece assurda la strategia di Tsunoda che effettua uno stint centrale su Hard di 72 giri, forse sperando in una Safety Car. Anche per Yuki, come per Kimi, l’arretramento in classifica è piuttosto scontato. Il nipponico chiuderà in 17° posizione.
Foto copertina: Fabio Vegetti; foto interne: X, Pirelli
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