Il weekend nel Principato si è concluso, accompagnato dalle solite critiche che lo definiscono da anni un Gran Premio statico e spesso noioso. Per cercare di ravvivare l'evento, quest'anno è stata introdotta la regola della doppia sosta obbligatoria ai box. Tuttavia, questa novità non ha convinto molti, né tra gli addetti ai lavori né tra il pubblico, in quanto ritenuta inefficace nel modificare l'andamento della gara. I fatti hanno dato loro ragione, dato che i primi quattro piloti hanno mantenuto le stesse posizioni di partenza, nonostante le due soste. La nuova regola ha persino sollevato un problema inatteso: i team hanno sfruttato tattiche discutibili, rallentando intenzionalmente il gruppo con un pilota per concedere al compagno di squadra un "pit-stop gratuito", alterando così il naturale svolgimento della competizione.
Una particolare norma legata a Monaco obbligava inoltre l'uso di tre diversi set di pneumatici durante la gara, aumentando l'incertezza sulle strategie migliori da adottare. Nessuno sapeva come ciò avrebbe influenzato l'andamento della corsa, specialmente in caso di incidenti o decisioni imprevedibili delle altre squadre.
Questo regolamento ha di fatto aperto la strada a scorrettezze strategiche atte a rallentare volutamente gli avversari: un fenomeno che tutti hanno potuto osservare chiaramente. Racing Bull, Williams e Mercedes hanno sfruttato entrambe le proprie vetture per creare distacchi strategici, rallentando il ritmo generale e aprendo così varchi temporali utili a effettuare pit-stop senza perdere posizioni.
La Racing Bulls è stata la prima a mettere in atto questa tattica, dando istruzioni al suo secondo pilota, Liam Lawson, di rallentare il centro gruppo dalla nona posizione iniziale. Questo ha permesso al compagno di squadra Isack Hadjar, che si trovava quinto nelle prime fasi della gara, di effettuare il primo pit-stop senza difficoltà. Non contenti, hanno replicato lo stesso schema anche per la seconda sosta obbligatoria di Hadjar, con Lawson che continuava a trattenere dietro di sé Alexander Albon della Williams e un lungo trenino di auto.
La Williams ha adottato una tattica simile: sfruttando il rallentamento provocato dalla Racing Bull, ha organizzato i pit-stop di Albon e Carlos Sainz per minimizzare le perdite. In un momento successivo, le posizioni tra i due sono state invertite per consentire a Sainz di completare entrambe le soste e poi restituire la posizione ad Albon una volta garantita la sicurezza della nona e decima posizione.
Al termine della gara, Albon si è scusato per quanto accaduto. Ha riconosciuto che il comportamento adottato dal suo team non è stato "un bello spettacolo" e che ha generato frustrazione tra gli altri piloti. Ha spiegato che la squadra non aveva pianificato in origine di ricorrere a queste tattiche, ma si è adattata alla situazione dopo l'approccio aggressivo delle Racing Bull. "Se non avessero iniziato loro, non avremmo fatto lo stesso," ha dichiarato Albon.
Tuttavia, in una situazione così compromessa, replicare quella strategia era l'unico modo per massimizzare i punti disponibili: "Alla fine si tratta di uno sport di squadra, e abbiamo ottenuto tre punti importanti".
Sainz ha espresso opinioni simili: la Williams si è trovata "vittima" di questa dinamica e ha dovuto reagire per portare entrambe le monoposto in zona punti. Ha ricordato che tattiche del genere non sono una novità a Monaco e che lui stesso ne aveva beneficiato negli anni passati con la McLaren. Ma l’introduzione delle due soste obbligatorie ha esasperato questo fenomeno, spingendo i team a sfruttarlo in modo più sistematico.
Lo stesso Sainz ha lanciato un avvertimento: senza correttivi, questa tendenza rischia di affermarsi sempre più nelle prossime edizioni. "Non mi piace farlo," ha detto senza mezzi termini, "ma alla fine stai girando a un ritmo inferiore di due o tre secondi rispetto alle reali possibilità della macchina, manipolando sia la corsa che il risultato finale". Ha sottolineato la necessità di trovare contromisure per evitare il ripetersi di tali situazioni in futuro.
Ha poi aggiunto che teme come, in futuro, i team possano sentirsi sempre più a loro agio nel replicare quanto fatto dalla loro squadra, rischiando di esagerare. Le prime dieci auto in gara, concentrate sull'accumulare punti, potrebbero richiedere al secondo pilota di agevolare il compito del primo.
"Tuttavia", ha sottolineato, "il pilota di testa potrebbe sempre ripagarti il favore, proprio come Alex ha fatto per me". Le strategie messe in atto dalla Williams hanno portato a un episodio particolarmente controverso, quando George Russell ha tagliato la chicane all'uscita del tunnel per superare Albon e prendere lo spazio liberatosi da Sainz. Questo comportamento gli è costato una penalità di drivethrough, più severa della consueta sanzione di 10 secondi, che il pilota era comunque disposto ad accettare.
Nonostante ciò, la penalità non ha avuto un impatto significativo sulla sua gara, poiché Russell è riuscito a mantenere un distacco sufficiente. La Mercedes, inoltre, ha utilizzato Kimi Antonelli per creare le condizioni necessarie a garantire a Russell la possibilità di effettuare i pit stop obbligatori senza compromettere la sua posizione.
Albon ha definito questa mossa "intelligente" e ha espresso comprensione verso la frustrazione provata dal suo avversario, un sentimento condiviso anche da Sainz, che ha ammesso che una strategia simile gli era venuta in mente nella prima parte della gara con Alex e Lawson. Nonostante la situazione abbia destato qualche attenzione, entrambi i piloti coinvolti non si sono mostrati eccessivamente turbati. Tuttavia, Albon ha riconosciuto la legittimità della penalità inflitta, sottolineando che era necessaria per evitare futuri episodi caotici.
"È stato bene spingere al limite questa situazione, perché senza una sanzione si sarebbero aperte enormi scappatoie regolamentari in futuro", ha affermato.
Albon ha poi descritto Russell come un pilota audace sia dentro che fuori pista: "George non si tira indietro. Quando sei in pista con lui sai che tenterà sempre manovre rischiose. E oggi non è stato diverso". Ha aggiunto di aver compreso subito le intenzioni di Russell, definendo però il suo tentativo troppo evidente per passare inosservato. "Apprezzo comunque lo sforzo: doveva provarci per guadagnare dei punti", ha commentato Albon con una nota di rispetto. Infine, ha ammesso: "Per un paio di giri, prima che arrivasse la penalità di drivethrough, ci ha fatto decisamente tenere il fiato sospeso".
Il Gran Premio di Monaco 2025 ha evidenziato le conseguenze inattese introdotte dalla nuova regola delle due soste obbligatorie. Anziché intensificare la competizione, questa normativa ha favorito l'adozione di strategie che hanno alterato il naturale corso della gara. La Formula 1 si trova ora davanti a una scelta cruciale: accettare l'idea che tali tattiche diventino parte integrante del regolamento o intervenire per tutelare l'autenticità e lo spirito delle competizioni.
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