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03/06/2025 07:30:00

ESCLUSIVA - Laurent Mekies: «Vi racconto la VCARB, tra rookie e rivoluzione 2026. Ferrari? Unica»


Articolo di Alessio Ciancola
Nel corso della stagione abbiamo parlato in esclusiva con Laurent Mekies, team principal di Visa Cash App Racing Bulls. Un dialogo con un personaggio preciso e razionale, in cui abbiamo spaziato da temi legati al presente del team fino alle regole 2026. Ma non solo...

Parla, e nel mentre non perde occasione di allineare i suoi smartphone sul tavolo, mai a riposo ma sempre chiamati a mostrare le numerose notifiche in arrivo. Si sa, la vita del team principal non è facile né priva di impegni. E non fa certo eccezione alla regola Laurent Mekies, numero uno del team Visa Cash App Racing Bulls, che nel giovedì del GP del Made in Italy e dell'Emilia Romagna, ad Imola, tra un meeting e l'altro ha trovato del tempo per concedere in esclusiva a chi scrive un intervista per Formula1.it. Una piacevole chiacchierata con personaggio disponibile, mite e razionale, in cui abbiamo avuto modo di trattare diversi temi, spaziando dalla realtà del team che dirige da un paio di stagioni al futuro della Formula Uno, senza dimenticare i suoi trascorsi in Ferrari o voci della stretta attualità.

Laurent, lei è ricordato da molte persone per la sua esperienza in Ferrari: può spiegarci la differenza di pressione, e di ruoli, che ha percepito tra VCARB e la Scuderia?

"Onestamente credo che niente possa essere paragonato alla Ferrari, nel senso positivo delle cose. La Scuderia è una realtà unica, non solo perché è un top team e noi siamo un midfield team, se così ci vuoi chiamare. Ma in generale. Credo sia meglio parlare di un capitolo chiuso e uno nuovo che si è aperto da poco. Parlando della pressione, quella c'è sempre, sia nei piccoli che nei grandi team. Dipende dalla competitività delle persone. E in questo ambiente sono, anzi siamo tutti estremamente competitivi".

Avete da poco salutato Yuki Tsunoda che è stato promosso in Red Bull: siete contenti del lavoro svolto insieme?

"Aver visto Tsunoda fare lo step in avanti fino alla Red Bull, dopo tutti quelli visti la passata stagione con noi, è una cosa che ci rende davvero contenti e soddisfatti del nostro lavoro. Solo 12 mesi fa sembrava pura fantascienza, invece è realtà: siamo fieri del nostro lavoro. Insieme a ricercare la massima competitività, sviluppare piloti per la famiglia Red Bull è la nostra priorità. Se loro avessero bisogno di piloti e noi non avessimo nulla da offrire sarebbe un bel problema. È uno dei motivi per cui siamo qui. Probabilmente questi scambi ci costano qualcosa come competitività, è vero, ma fa parte del gioco".

Passando al presente, state affrontando una stagione con una line-up in cui Hadjar si sta rivelando un'enorme sorpresa e Lawson è in ripresa dopo la bocciatura Red Bull. Pareri in merito?

"Parlando di Lawson si, ha preso un grosso colpo nelle gare in Red Bull. Nessuno poteva immaginare tutto ciò, ma ora è passato. È tornato da noi, salendo in macchina senza conoscerla. Lo abbiamo visto fare progressi importanti: sta tornando il talento che tutti conosciamo. Magari non si è visto, ma sta spingendo davvero forte e facendo bene: vuol dire che si sente bene con sé stesso e con la squadra. Hadjar è una grande sorpresa per tutti, tranne che per Helmut Marko (ride, ndr). Devo dire che da quando ha iniziato a lavorare con noi fino alla prima gara ha mostrato un punto di partenza straordinario, anche se per noi ha più peso la crescita. E noi dobbiamo aiutarlo a crescere. Ma la base è straordinaria, come abbiamo visto in qualifica in Australia. Anche fuori dalla macchina è umile, felice e un gran lavoratore. Prima di andare avanti posso aggiungere una cosa?".

Certamente...

"Credo che la nostra coppia di piloti abbia fatto circa venti gare in totale, con Liam e Isack messi insieme. Ti invito a mettere questo dato su un grafico rispetto a tutti gli altri 9 team e vedrai l'enorme gap tra noi e tutti gli altri. Massimo rispetto per tutti, ma avendo due rookie non possiamo chiedere loro le stesse cose che sono chieste agli altri 18 piloti. Ripeto, paghiamo qualcosa come competitività, ma spero questo ci aiuterà in futuro".

Mi spiega, quindi, come impatta questa gestione indiretta dei piloti sulla crescita, in prospettiva, della squadra?

"Non è mai un vantaggio, inutile dire bugie. È sempre complicato gestire queste situazioni, specie se hai due rookie. Ma è il nostro DNA, la nostra ragion d'essere che dobbiamo coniugare con la volontà di lottare al top del midfield e magari andare a battere dei team più grandi di noi".

Sempre sul tema piloti: avete un ruolo diretto nella loro promozione in Red Bull oppure decide Helmut Marko senza scambio di idee?

"Qui vorrei essere chiaro: non sarà mai il nostro lavoro scegliere i piloti della Red Bull. È una cosa che compete a Helmut Marko e Christian Horner. Noi dobbiamo solo, se e quando necessario, dare alla casa madre delle opzioni valide. Nel 2024 abbiamo dato due opzioni valide come Lawson e Tsunoda e quest'anno, quando ci è stara chiesta, ne abbiamo messa un'altra altrettanto valida sul tavolo. E saremo pronti a farlo ancora".

A proposito del ruolo di consulente della Red Bull si è parlato di un possibile arrivo di Sebastian Vettel. Come commenta queste voci, specie alla luce della vostra conoscenza pregressa in Ferrari?

"Onestamente credo che parlare di un rallentamento del lavoro di Helmut Marko sia assoluta fantascienza (ride, ndr). Credo che, vedendo l'energia che mette nel suo lavoro, il suo coinvolgimento sia nelle scelte a lungo termine e l'impegno nella scelta dei piloti non credo accadrà nulla nel breve periodo, indipendentemente dalle voci e dai nomi che stanno circolando in queste settimane".

Le chiedo di guardare al futuro. Cosa pensa delle regole 2026, specie dal punto di vista di team che si dovrà occupare "solo" della realizzazione della vettura e non della power unit dove, invece, ci sarà la sfida principale?

"Permettimi di fare una piccola correzione. Non parlerei di sola aerodinamica: c'è una macchina intera da fare, che inventiamo, disegnamo e produciamo tra Faenza e Milton Keynes. Tutto come Visa Cash App Racing Bulls, tranne le parti che compriamo da Red Bull, come cambio e sospensione. Facciamo l'80% della macchina. Nel 2026 ci sarà un regolamento che impone di partire da un foglio bianco, pensare a dove mettere le cose in macchina, i radiatori, gli accessori. Tutto. C'è un lavoro enorme di concept e disegno che procede alla pari con lo sviluppo sul lato aerodinamico. Sarà il cambiamento più grande nella storia recente della F1 e credo che sarà tale da cambiare i valori in campo. È una rivoluzione talmente profonda che sarebbe davvero difficile avere lo stesso quadro di oggi".

Vado diretto: sta dicendo che anche voi potreste avere una chance di arrivare in alto?

"Credo che, pur partendo tutti da un foglio bianco, non dovremmo illuderci di dire 'Ok possiamo vincere'. Dovremmo restare ben focalizzati sulla crescita della squadra. In questi mesi abbiamo fatto dei giganteschi cambiamenti, e abbiamo ancora margini di crescita per essere in lotta appena dietro ai top team: e, attenzione, questo vorrebbe dire battere almeno due costruttori. Ma credo che potremmo arrivare a questo obiettivo non diventando più grandi o spendendo di più, ma avendo validi talenti e una struttura snella ed efficiente. Il 2026 sarà un'opportunità, ma l'obiettivo resta quello di proseguire nella crescita del team senza illudersi dell'effetto foglio bianco".

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