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07/07/2025 07:50:00

Sainz, che succede?


Articolo di Daniele Muscarella
Arrivati a metà stagione è tempo dei primi bilanci. Carlos Sainz sprofonda nel confronto con Albon: risultati deludenti, occasioni mancate e un futuro non più così solido. Che succede davvero?

La seconda metà di stagione 2025 si apre con un bilancio allarmante per Carlos Sainz. Il pilota spagnolo, passato dalla Ferrari alla Williams, sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua carriera, e il confronto diretto con il compagno di squadra Alexander Albon rischia di diventare imbarazzante.

Certo, il cambio di scuderia e l’inevitabile periodo di adattamento a una nuova monoposto possono offrire più di una attenuante. Ma Sainz non è mai stato un pilota che ha sofferto il confronto interno: al debutto in Toro Rosso ha tenuto testa a Max Verstappen, è riuscito a contenere il talento emergente di Lando Norris in McLaren, e in Ferrari ha disputato tre stagioni solide accanto a Charles Leclerc, uscendo sconfitto nel confronto complessivo ma senza mai sfigurare. Addirittura nel 2022 fu l’unico pilota, oltre a Verstappen, a ottenere una vittoria, certamente con una vettura non dominante.

Il 2025, però, sta raccontando un’altra storia. Albon lo ha battuto in gara in 9 occasioni su 12, raccogliendo 46 punti contro i soli 13 di Sainz. In qualifica il bilancio è leggermente meno sbilanciato (7 a 5 per il pilota thailandese), ma è la domenica che preoccupa: Sainz sembra assente proprio nei momenti chiave, quando si tratta di capitalizzare le occasioni.

A onor del vero ieri Sainz avrebbe potuto chiudere il Gran Premio di Silverstone in nona posizione proprio dietro Albon, ma un contatto con Leclerc nelle fasi finali ha causato un danno all'ala anteriore e lo ha costretto ad un fuori pista che lo ha portato fuori dalla zona punti. Ma la gestione di gara e l’ottimizzazione del risultato sono sempre stati i punti forti del madrileno, così come l'intelligenza nell'evitare rovinosi contatti (anche se ieri aveva davvero poche colpe). Quel “smooth operator” che sapeva come leggere la corsa, come scegliere le gomme giuste al momento giusto e risalire la classifica con intelligenza, oggi sembra irriconoscibile.

La domanda ora è inevitabile: quanto pesa davvero questo passaggio alla Williams? È solo un anno di transizione o l’inizio di una parabola discendente? In fondo, lo stesso Albon ha vissuto qualcosa di simile: scartato dalla Red Bull, ha ritrovato se stesso in un contesto meno pressante, ma ci ha messo tempo. Sainz, invece, ha scelto consapevolmente un contratto di breve durata per restare sul mercato in vista del 2026, puntando a un sedile in una scuderia più ambiziosa.

Lo abbiamo sempre sostenuto, anche nei momenti più critici della sua avventura in Ferrari, apprezzandone la solidità mentale, l’intelligenza tattica e la capacità di massimizzare il potenziale della macchina senza andare oltre i suoi limiti. Ma adesso è Sainz a dover cambiare passo. Non basta più l’attenuante dell’adattamento: servono risultati, serve una reazione. Perché il tempo stringe, e il mercato non aspetta.

Se il rendimento continuerà su questi livelli, potrebbe essere la Williams ad aver fatto l’affare, evitando di vincolarsi troppo a lungo ed onerosamente (con 10 milioni di dollari è il settimo ingaggio più alto in F1) con un pilota che, ad oggi, non sta mantenendo le aspettative. Il tempo per reagire c’è ancora, ma il rischio che questa stagione si trasformi in un boomerang per le ambizioni di Sainz è più concreto che mai.

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