Silverstone ha confermato un momento difficile per Yuki Tsunoda, che ha chiuso il GP in ultima posizione, doppiato dal vincitore Lando Norris. Una gara complicata da un assetto estremo a basso carico, dalla gestione delle gomme e da condizioni meteo variabili, ma anche da un errore in pista che gli è costato 10 secondi di penalità dopo un contatto con Ollie Bearman. Eppure, nonostante tutto, a Tsunoda va dato tempo. Perché cambiare ancora oggi, come già fatto con troppa fretta con Liam Lawson, sarebbe un errore gravissimo.
Nel sabato di Silverstone Yuki aveva mostrato segnali di crescita, sfiorando la Q3 e penalizzato solo da un problema di potenza nell’ultimo tentativo in Q2. La gara ha invece spazzato via ogni fiducia, come lui stesso ha raccontato con parole crude e sincere:
“Voglio dire, è abbastanza chiaro riguardo alla collisione. A parte quello, ad essere onesti, il passo è stato purtroppo molto lento.Quando si tratta di passo gara, è qualcosa che è sempre terribilmente lento in qualche modo. Le gomme si degradavano in modo assurdo – non ho mai avuto una sensazione simile. So che stavamo girando con un carico aerodinamico piuttosto basso, ma ad essere onesti avevo comunque una buona fiducia sul bagnato. E invece il passo sul bagnato era completamente assente, quindi mi sento un po’ perso.”
Alla domanda su cosa possa salvare dal weekend, Tsunoda ha risposto:
“Sì, ci sono un paio di aspetti positivi dalle condizioni asciutte. Sulla prestazione sul giro singolo è andata abbastanza bene, ma sì, il passo gara è qualcosa su cui dobbiamo lavorare molto di più.”
Il confronto con Verstappen resta severo, ma va letto con lucidità: Max ha chiuso quinto dopo un errore sotto Safety Car, partendo dalla pole. Il distacco tra i due c’è, ma non è drammatico in termini cronometrici: 8 decimi che oggi possono racchiudere anche 10-12 piloti.. In un contesto tanto competitivo, guidare la Red Bull – una monoposto che richiede una sensebilità non ordinaria per rendere al massimo – non può portare a giudizi sommario.
Yuki sta attraversando una fase complicata, ma è un talento cresciuto nel vivaio Red Bull, con esperienza, velocità e sensibilità tecnica. Servono tempo e supporto, non sentenze affrettate. Soprattutto dopo che a Lawson – autore di ottime prove lo scorso anno – non è stato concesso praticamente nulla. Ripetere lo stesso errore con Tsunoda, oggi, sarebbe una scelta miope e poco costruttiva.
Del resto, il secondo sedile Red Bull è stato spesso una trappola più che un’opportunità. Negli ultimi anni piloti di grande valore hanno faticato enormemente in quel ruolo: da Pierre Gasly a Esteban Ocon, passando per lo stesso Lawson, nessuno è riuscito a emergere con costanza sotto l’ombra ingombrante di Verstappen. Alcuni di loro hanno poi dimostrato altrove – e stanno dimostrando tuttora – di avere talento e solidità da vendere. Con il senno di poi, anche l’allontanamento di Sergio Perez potrebbe essere visto come un errore. Cambiare ancora, oggi, avrebbe poco senso: sarebbe forse inutile e probabilmente anche poco conveniente per molti piloti che, in questo momento, potrebbero non avere nulla da guadagnare da un salto così rischioso.
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