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12/07/2025 07:30:00

La nostra intervista con Laurent Mekies, tra VCARB e Red Bull


News di Alessio Ciancola

L’improvvisa separazione tra Christian Horner e la Red Bull ha catturato l’attenzione nelle ultime ore. Un terremoto che ha scioccato il paddock e che, in poco tempo, ha portato il team di Milton Keynes a perdere colui che è, partendo quasi da un foglio bianco, è stato capace di rendere la squadra vincente. Non per caso, ma in cicli e modi diversi. Un addio che è stato seguito dalla nomina di Laurent Mekies come nuovo team principal. E chi scrive ha avuto, solo poche settimane fa, la fortuna – e l’onore – di parlare in esclusiva per Formula1.it proprio con Mekies, in un momento in cui nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo. Il nostro incontro con quello che, fino ad allora, era il boss della Visa Cash App Racing Bulls, ci ha permesso di conoscere da vicino un uomo mite, razionale e davvero appassionato di questo sport, parlando di presente e futuro, delle sfide del suo team e della rivoluzione che attende la F1 nel 2026. Rileggere oggi quelle parole assume tutt'altro significato

Laurent, lei è ricordato da molti per la sua esperienza in Ferrari: ci spiega le differenze di pressione, ma non solo, che ha percepito tra la Scuderia e altri team?

"Onestamente credo che niente possa essere paragonato alla Ferrari, nel senso positivo delle cose. La Scuderia è una realtà unica, a sé. Non solo perché parliamo di un top team, ma in generale. Credo sia meglio parlare di un capitolo chiuso e uno nuovo che si è aperto. Parlando della pressione, quella c'è sempre, in tutti i team, piccoli o grandi. Dipende dalla competitività delle persone. E in questo ambiente siamo tutti davvero competitivi".

Ha lavorato con Yuki Tsunoda, pilota Red Bull, negli anni in VCARB: cosa ne pensa?

"Aver visto Tsunoda fare lo step in avanti fino alla Red Bull dopo tutti quelli che abbiamo visto la passata stagione quando lavoravamo insieme in VCARB è una cosa che ci ha resi davvero contenti e soddisfatti. Solo dodici mesi fa pensarlo in Red Bull sembrava fantascienza, invece ora è realtà".

Conosce bene i piloti VCARB, con Hadjar che si sta rivelando una sorpresa e Lawson è in ripresa dopo la bocciatura Red Bull. Pareri?

"Lawson ha preso un grosso colpo nelle gare in Red Bull. Nessuno poteva immaginare che sarebbe successo tutto ciò, ma è passato. È tornato in VCARB, andando in macchina senza conoscerla o averla provata. Ha fatto progressi importanti: sta tornando il talento che conosciamo. Magari non si è visto, ma sta spingendo davvero forte e facendo bene. Hadjar è una grande sorpresa per tutti, ha mostrato un punto di partenza straordinario. Dobbiamo aiutarlo a crescere. Ma la base è straordinaria. Anche fuori dalla macchina è umile, felice e soprattutto un gran lavoratore".

Sempre sul tema piloti: VCARB ha un ruolo diretto nella promozione dei piloti junior in Red Bull oppure decide il Dottor Marko senza scambio di idee con Faenza?

"Permettimi di essere chiaro su questo tema: scegliere i piloti della Red Bull compete a Helmut Marko. VCARB deve solo, se e quando necessario, dare alla casa madre delle opzioni valide. Nel 2024 ha dato due opzioni come Lawson e Tsunoda e anche quest'anno, quando è stato necessario, ne ha messa un'altra altrettanto valida sul tavolo. E sarà così anche in futuro. È la ragion d'essere del team".

A proposito del ruolo di consulente Red Bull si parla di un possibile arrivo di Sebastian Vettel. Come commenta queste voci, specie alla luce della vostra conoscenza in Ferrari?

"Credo che parlare di un rallentamento del lavoro di Helmut Marko sia fantascienza (ride, ndr). Credo che, vedendo l'energia che mette nel suo lavoro, il suo coinvolgimento sia nelle scelte a lungo termine del team e l'impegno che mette nella scelta dei piloti, non credo accadrà nulla nel breve periodo. Ma questo lo penso indipendentemente dalle voci e dai possibili nomi che stanno circolando in queste ultime settimane".

Guardando al futuro, cosa pensa delle regole 2026?

"C'è un'auto intera da fare, che inventiamo, disegnamo e produciamo. Nel 2026 ci sarà un regolamento che impone di partire da un foglio bianco, pensare a dove metter le cose, i radiatori, gli accessori. Tutto. C'è un lavoro enorme di concept e disegno che procede alla pari con lo sviluppo aerodinamico e motoristico. Sarà il cambiamento più grande nella storia recente della F1 e credo che sarà tale da cambiare i valori in campo. Credo sia una rivoluzione talmente grande e profonda che sarebbe davvero difficile avere lo stesso quadro dei valori in campo che c'è oggi".

Pensa che tutti avranno una possibilità di arrivare in alto?

"Il 2026 sarà un'opportunità per tutti, certo, ma l'obiettivo deve restare sempre quello di far crescere in modo costante il team senza illudersi dell'effetto foglio bianco".

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