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07/08/2025 15:45:00

F1 2026, Albon: «Diverse dalla Formula E, ma servirà cervello per andare forte»


News di Daniele Muscarella

É successo molte volte in passato. I grandi cambiamenti in corrispondenza delle rivoluzioni regolamentari hanno stravolto le gerarchie, e non sempre solo a causa di progetti più o meno azzeccati. Le monoposto del 2026 saranno più leggere, meno cariche aerodinamicamente e dotate di una power unit ibrida dalla gestione più complessa. Ma secondo Alex Albon, a fare la differenza in questo caso sarà anche il pilota, non tanto per quella che a volte definiamo la "velocità pura", non sarà "il piede destro". Sarà la testa.

Il pilota anglo-thailandese ha raccontato la sua esperienza al simulatore, chiarendo che le nuove monoposto richiederanno uno sforzo mentale e un lavoro di ponderazione in tempo reale ben superiore rispetto a oggi. Un tema già accennato da Charles Leclerc, che dopo il primo test virtuale si era mostrato piuttosto scettico. Ma Albon ha approfondito il concetto, spiegando che la chiave del futuro sarà la capacità di adattarsi mentalmente a uno stile di guida inedito.

“Le nuove monoposto saranno difficili da guidare. Anche il carico mentale per il pilota è elevato”, ha detto ai media. “È molto importante sapere come utilizzare il motore e il sistema di distribuzione e bisogna imparare uno stile di guida diverso, ma fa parte del regolamento.”

 

Più tecnologia, più variabili

Il nuovo regolamento punta a ridurre la deportanza e la resistenza aerodinamica, aumentando l’efficienza e l’agilità delle vetture, ma complicando – al tempo stesso – il lavoro in abitacolo. Non si tratta solo di leggere il grip o gestire il consumo gomme, ma di interpretare un sistema ibrido con dinamiche nuove, tra clipping, deployment e interazione costante col brake-by-wire.

“Si trattava più che altro di familiarizzare con la PU e capire come sfruttarla al meglio”, ha aggiunto Albon, specificando che si tratta di una rivoluzione che cambierà il modo in cui il pilota si approccia al pacchetto tecnico.

 

Niente Formula E, ma più gestione

La buona notizia – per chi temeva una F1 “elettrificata” nel senso peggiore – è che secondo Albon il famoso lift and coast non sarà una prassi. “Non credo che diventerà una sorta di Formula E, dove ci sono queste enormi sessioni di lift and coast”, ha spiegato. “Alla fine voglio solo delle belle gare. Tutti noi vogliamo solo delle belle gare.”

Eppure il divario tra chi sa adattarsi e chi resta legato a schemi rigidi potrebbe ampliarsi.

“Un pilota abbastanza intelligente, in grado di capire il sistema e di sfruttarlo, di capire come funziona e di diventare efficiente, troverà anche in questo una fonte di prestazioni”, ha sottolineato. “Bisognerà avere un approccio molto aperto su come guidare queste vetture. È davvero diverso da guidare.”


Il pilota del futuro

Se oggi la differenza la fanno la precisione in curva e la gestione gomme, nel 2026 conterà anche quanto il pilota riesce a gestire le tante informazioni a disposizione, simulare scenari, adattare in tempo reale mappature, recupero, distribuzione di potenza.

In una Formula 1 che si reinventa, il pilota perfetto non sarà solo veloce, ma anche lucido, analitico, flessibile. E forse proprio per questo, nel 2026, qualcuno che oggi fatica potrebbe anche brillare.

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Foto copertina x.com