Max Verstappen è senza alcun dubbio uno dei personaggi più divisivi dell'ultimo decennio della Formula 1. O lo odi o lo ami, e questo è più che evidente anche nei commenti sotto quasi ogni post cge lo riguarda sui nostri canali social.
In un paddock che spesso lo dipinge come il “villain” della Formula 1, Gianpiero Lambiase — storico ingegnere di pista di Max Verstappen — ha voluto offrire una prospettiva diversa sul quattro volte campione del mondo. Per “GP”, come tutti lo chiamano, il vero Verstappen non è quello che il pubblico vede davanti alle telecamere, ma una persona genuina, sincera e persino affettuosa, più simile a quello che abbiamo imparato a conoscere dalle dirette in streaming, mentre gioca online e prova a "gestire" le esigenze della piccola Penelope, prima figlia della sua compagna Kelly.
Lambiase ha parlato di Verstappen in occasione della celebrazione del traguardo dei 200 gran premi con la Red Bull, raccontata in un episodio speciale di Behind the Charge sul canale YouTube del team. L'ingegnere italo-britannico che lavora con l’olandese dal suo arrivo dalla Toro Rosso nel 2016, non ha esitato a definire Max “un gigante gentile e un amico vero”.
Secondo Lambiase, la F1 dovrebbe essere in realtà riconoscente per ciò che Verstappen porta all’ambiente: “È chiaramente un talento generazionale. Dopo Schumacher e Hamilton, ha raccolto quel testimone e oggi tanti giovani piloti lo guardano come punto di riferimento, cercando di raggiungere ciò che lui ha già ottenuto. La Formula 1 deve essergli grata per questo”.
Un lato meno noto, quello del mentore, che si manifesta anche nei rapporti con rookie come Isack Hadjar e Gabriel Bortoleto, entrambi riconoscenti per il supporto e i consigli ricevuti dal campione Red Bull.
Ma Lambiase non ha ignorato la parte più spigolosa del suo pilota, ammettendo con un sorriso: “Il suo limite? La testardaggine. È convinto di sapere sempre cosa sia meglio. La sfida, per noi ingegneri, è entrare nella sua testa. A volte non accetta subito un consiglio, ma lo assorbe come una spugna e poi lo mette in pratica senza ammetterlo”.
Un rapporto di fiducia costruito in anni di lavoro gomito a gomito, tra radio accese e momenti di tensione, che oggi si traduce in una delle coppie più affiatate e vincenti della F1 moderna.
Verstappen resta una figura polarizzante: il suo stile di guida aggressivo e la comunicazione diretta, talvolta brutale, lo rendono amato dai tifosi più appassionati e criticato da chi vorrebbe un campione più “diplomatico”. Ma è proprio questa autenticità, unita a una determinazione fuori dal comune, a renderlo indispensabile per la Formula 1. In un’epoca in cui molti cercano di compiacere il pubblico e i media, Max rimane fedele a sé stesso, in un approccio quasi "romantico", che ricorda i piloti del secolo scorso.
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