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21/08/2025 19:45:00

21 agosto 1988 - Johnny Herbert: oltre il dolore


Storie di Formula 1 di Daniele Muscarella

Il 21 agosto 1988, alle 15:45 circa, un boato spezzò il silenzio del bosco attorno a Brands Hatch. Non era un tuono, ma l’impatto devastante della monoposto di Johnny Herbert e quello di altre 5 vetture durante la gara di Formula 3000. Chi era sugli spalti al Pilgrims Drop non capì subito cosa fosse accaduto, in quella nuvola di detriti, ma il rumore assordante fece tremare il cemento e riecheggiò sinistro tra gli alberi.

Quando la macchina ha girato a sinistra stavo per dire: ‘Oh Shit’, ricorda Herbert a distanza di anni, “ma riuscii solo a dire ‘Oh’…

In quell’istante la sua carriera rischiò di spegnersi insieme alla sua gamba sinistra, gravemente ferita nell’urto.

Il caos che seguì fu descritto dai testimoni come lo scenario di un incidente aereo: detriti ovunque, auto distrutte, piloti sotto shock. Mark Blundell, uno dei pochi ad attraversare il disastro, ricorda Paolo Barilla in lacrime, convinto che qualcuno fosse morto: “Sembrava un bombardamento”.

Quel fine settimana aveva già avuto il sapore della tragedia. Venerdì Enrico Bertaggia era uscito illeso da un incidente spaventoso a Paddock Hill Bend, sabato Michel Trollé non fu altrettanto fortunato. La sicurezza della F3000 era già sotto accusa da mesi, dopo gli incidenti di Jerez e Monza: il 1988 fu costellato da schianti impressionanti, e che nessun pilota sia rimasto ucciso resta quasi un miracolo.

Herbert, allora promessa assoluta con il sogno F1 già nel mirino, vide quell’impatto danneggiate per sempre una parte del suo corpo ma non la sua volontà. Lottò con mesi di operazioni e riabilitazioni infinite, tornando nel paddock con le stampelle, camminando per sempre in modo zoppicante, ma guidando ancora con la stessa velocità. Nel 1989 debuttò in Formula 1 con la Benetton e, incredibilmente, fu quarto al GP del Brasile, quasi un anno dopo l'incidente che avrebbe dovuto stroncare la sua carriera.

In Formula 1 Herbert disputò oltre dieci stagioni, conquistando 3 vittorie (tra cui Silverstone 1995 con la Benetton e Nürburgring 1999 con la Stewart), 7 podi e ultimando 160 GP.

Il 21 agosto 1988 fu il giorno in cui la carriera di Johnny Herbert sembrava finita. In realtà fu il giorno che lo rese simbolo di determinazione: un pilota che, contro ogni logica, seppe risorgere.

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Foto copertina: thejudge13.com