Franco Colapinto è oggi uno dei simboli sportivi più forti dell’Argentina: unico pilota nazionale presente in Formula 1, erede di una tradizione motoristica che va da Fangio a Reutemann, rappresenta per il Paese non solo un talento sportivo ma anche un asset d’immagine e orgoglio nazionale.
La sua figura è stata utilizzata negli ultimi anni come testimonial della “Marca País”, progetto istituzionale pensato per promuovere l’Argentina nel mondo. Ed è proprio qui che si inserisce il caso politico-mediatico che ha travolto Daniel Scioli, segretario del Turismo e dello Sport, accusato di avere privilegiato Colapinto nei pagamenti rispetto ad altri fornitori.
Appena insediato, Scioli aveva scelto di mostrare rigore bloccando le erogazioni a 38 soggetti legati a contratti pubblicitari dell’era Fernández, ordinando un audit e aprendo un fascicolo in giustizia federale. Ma quando scoprì che tra i destinatari della misura c’era Colapinto, la linea dura si incrinò. Temendo di inimicarsi un volto simbolo del Paese, l’ex governatore sbloccò il pagamento solo per il giovane pilota: tramite Bullet Sports Management arrivarono così 400 mila euro di sponsorizzazione per la stagione di Formula 3 2023, autorizzati dal Banco Central nonostante le restrizioni sui cambi.
Per gli altri 37 fornitori la musica fu diversa: proposte di saldo in pesos, promesse non mantenute e lo stop definitivo a causa di una parallela indagine amministrativa. Il tutto mentre il giudice Daniel Rafecas, subentrato ad Ariel Lijo, chiariva che non vi fossero elementi di frode penale, pur ravvisando possibili irregolarità da valutare internamente: “Si può intravedere qualche disordine o omissione contrattuale, materia da risolvere in sede disciplinare, ma non una manovra fraudolenta organizzata.”
Il risultato finale è un paradosso: la scelta di puntare su Colapinto, nata sotto la gestione Fernández, viene fatta propria anche dal nuovo corso libertario. Non più con il piccolo budget dell’Inprotur, ma con la poderosa cassa pubblicitaria di YPF, gestita da Santiago Caputo, che solo nel primo trimestre 2025 ha investito decine di milioni di dollari. Ancora una volta, la forza dell’immagine sportiva ha prevalso sulla coerenza amministrativa: perché in Argentina, più che l’austerità, conta non perdere la propria bandiera nel mondo.
Alla luce delle indagini, non sembrano profilarsi guai giudiziari per Colapinto. Tuttavia, resta la percezione ingombrante di un pilota sostenuto più dal tifo nazionale e dalla necessità politica di avere un volto da esibire, che non esclusivamente dal suo talento in pista. Un’immagine che rischia di diventare un fardello difficile da scrollarsi di dosso nella sua giovane carriera.
Foto copertina Alpine facebook.
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