Il GP d'Olanda segna, dopo tre settimane di sosta, la ripartenza della stagione di F1. Una tappa che, di fatto, riporta i team alle attività dopo una pausa utile a recuperare energie per il finale di campionato e riordinare le idee per il futuro a medio-lungo termine. Il tutto dopo aver affrontato le prime 14 gare che, per team come la Ferrari, sono state deludenti, inferiori alle attese e ricche di difficoltà: la SF-25, infatti, si è rivelata poco competitiva, problematica e con difficoltà legate alla gestione delle altezze da terra (e successiva incapacità di essere prestazionale) e all'usura del pattino del sottovettura. Difficoltà venute prepotentemente alla luce con il GP di Cina, con le SF-25 squalificate per eccessivo consumo del plank: un colpo duro giunto nell'unica tappa in cui la Rossa aveva messo in mostra tutto il potenziale e da cui si era appreso come la SF-25 potesse essere veloce solo viaggiando radente all'asfalto.
Da quel momento a Maranello sono scattate le contromisure, col team costretto ad alzare la vettura, faticando molto, fino ad arrivare al crollo di Budapest dove, sull'auto di Leclerc, per evitare la squalifica, si sono alzate le pressioni gomme nell'ultimo stint, rendendo la Rossa inguidabile e togliendo a Charles una vittoria alla portata.
Un episodio che, dopo mesi difficili, ha portato il team principal, Fréd Vasseur, ad ammettere i problemi della SF-25 e la necessità di dover girare più alti dei rivali per evitare sanzioni. Un'ammissione ripresa anche dallo stesso Leclerc, che ha sostenuto come le difficoltà siano ben maggiori di quanto appaia da fuori. Difficoltà che, oltre ad aver accompagnato la Scuderia per tutta la sosta estiva, hanno seguito la Rossa anche nel corso delle prove libere del GP d'Olanda, pur essendo di diversa natura rispetto a quelle ungheresi, legate ad altre aree su cui il team dovrà lavorare per massimizzare l'esecuzione del fine settimana di Zandvoort.
Pur, ovviamente, trovando le basi in cause diverse da quelle del crollo magiaro, il venerdì olandese vissuto da Charles Leclerc è stato tutt'altro che regolare. Oltre a dover fare i conti con una Ferrari in affanno sul giro secco (ma migliore sul passo gara), il monegasco ha accusato in primis problemi legati alla gestione delle gomme, nello specifico alla corretta finestra di utilizzo delle coperture Pirelli. Nel pomeriggio, invece, il suo programma è stato compromesso a causa di una errata gestione del traffico da parte del box che, nel corso di un team radio con il suo ingegnere di pista, Bryan Bozzi, lo ha portato a lasciarsi andare a un commento seccato, di incitamento al team a prestare più attenzione nelle comunicazioni radio.
Leclerc: "Dobbiamo davvero lavorare sul traffico. È pazzesco".
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Foto copertina media.ferrari.com