Tra gli elementi della grande rivoluzione tecnica prevista per il prossimo anno, le ali anteriori hanno acquisito un grande rilievo. Il regolamento del 2026 impone che queste appendici possano cambiare tra due configurazioni nel corso di uno stesso giro: la prima è la "X mode", da usare in situazioni di basso carico, e la seconda è la "Z mode", da usare quando serve alto carico. Insomma, un'idea in "stile DRS" da applicare in continuazione.
I tecnici della FIA e delle varie squadre si sono a lungo crucciati su questo argomento, visto che le vetture non rispondevano alle loro simulazioni, compromettendo anche la sicurezza dei piloti. Da luglio, però, sono arrivati i primi prototipi, e i team avranno modo di provarli durante i test Pirelli. Per ora, solo la Ferrari è scesa in pista con la versione 2026, e si vocifera che la prossima sarà la Mercedes. Solo a partire dai test di Abu Dhabi, tutti porteranno delle mule car, ovvero vetture vecchia con i componenti tecnici nuovi.
Un dettaglio non da poco per i fornitori di gomme, che hanno dovuto rivedere tutto il loro piano. "Abbiamo trovato delle correlazioni che ci hanno permesso di rivalidare tutto il processo, ma non avevamo visto delle differenze importante. Temevamo che con l'ala aperta anteriore, quindi con poco carico, ci potesse essere un tema di warm-up delle gomme davanti. Si sarebbe provocato del sottosterzo e, quindi, una vettura sbilanciata. Il posteriore lo scaldi comunque avendo una power unit ibrida con tanta coppia generata dell’elettrico. L'anteriore con poco carico sui dritti ad alta velocità si raffredda e magari c’è anche un clima freddo, penso a Baku, per esempio. Con i carichi attuali a Baku arriviamo a perdere fino a 40°C di temperatura superficiale sulle gomme anteriori. Nel 2026 con meno downforce, velocità più alte e magari temperature fredde, potremmo un calo ancora maggiore", ha dichiarato Mario Isola a Motorsport Italia.
Pirelli userà ancora le squadre in diverse occasioni per studiare gli pneumatici del prossimo anno poiché, stando a varie dichiarazioni, ci stiamo avvicinando a un salto nel vuoto. I tecnici impareranno strada facendo, correggendo nel corso del campionato, e lo stesso farà la FIA, la quale dirà solo all'alba di un GP quali saranno le zone in cui usare l'una o l'altra modalità. Per i costruttori di Milano non resta che il duro compito di sviluppare una coperta più lunga possibile, con la quale coprire i divari di performance più grandi che vengono stimati.
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