Il Gran Premio di Singapore del 2025 verrà certamente ricordato come quello in cui la McLaren si è laureata Campione del Mondo per la decima volta nella sua storia, ma c'è anche qualcun altro meritevole di una menzione speciale. Stiamo parlando della Spagna, protagonista in quel di Marina Bay sia con Fernando Alonso che con Carlos Sainz, simboli di due squadre che sì aspettano la rivoluzione regolamentare per tornare in alto ma che - nel frattempo - si godono le prodezze dei rispettivi alfieri.
Partiamo dal #14 dell'Aston Martin che il peso delle sue 44 primavere sembra non sentirlo proprio. Il fine settimana appena trascorso rappresenta a pieno ciò che è Alonso: un pilota che nonostante la carta d'identità è comunque ancora in grado di fare la differenza ogni qualvolta si trova per le mani una monoposto avente una minima parvenza di competitività.
Sin dal venerdì il nativo di Oviedo ha mostrato un grande ritmo alla guida della AMR25, chiudendo addirittura al comando la prima sessione di prove libere. La quarta posizione con la quale ha poi concluso la prima giornata di attività in pista lasciava ben sperare in vista della qualifica; tuttavia le FP3 non avevano restituito le medesime sensazioni a Fernando, complice una vettura che sembrava non essere riuscita a compiere un salto in avanti al pari degli avversari diretti.
Nonostante ciò lo spagnolo è comunque stato capace di arpionare l'accesso al Q3 e concludere la sessione in decima piazza. Un risultato che la domenica gli ha poi permesso di lottare stabilmente per un piazzamento a punti in una gara storicamente tra le più probanti a livello fisico e terminata originariamente all'ottavo posto, poi diventato settimo per via della penalità inflitta nel post-gara alla Ferrari di Hamilton.
Definire Sainz lo specialista di Singapore è a questo punto più che mai doveroso, visto quanto fatto dal nativo di Madrid nella giornata di domenica. Come il connazionale anche Carlos aveva dimostrato di trovarsi a proprio agio tra i muretti del cittadino di Marina Bay, dal momento che in tutti i turni di prove era sempre stato in grado di rimanere stabilmente in top 10.
La qualifica però non era poi andata come previsto, dapprima con la prematura eliminazione in Q2 e poi con la squalifica arrivata a sera inoltrata a causa dell'irregolarità del DRS riscontrata sulla FW47 numero 55. Malgrado questo, la direzione gara ha comunque accolto la richiesta della Williams di far scattare Sainz dal fondo della griglia invece che dalla pit-lane.
Sarebbe superfluo affermare che il madrileno ha poi saputo sfruttare alla perfezione questo scenario, visto che è riuscito comunque a terminare la gara in decima posizione. Certo, è stata necessaria anche un'importante dose di fortuna, visto che lo stesso Sainz ha beneficiato del problema elettrico del quale è stato vittima Hadjar; lo spagnolo è stato comunque abile a mettersi in quella posizione - che gli ha poi permesso di approfittare dell'inconveniente occorso alla Racing Bulls - effettuando la bellezza di 5 sorpassi negli ultimi 6 giri (in un circuito non proprio comodo per quanto riguarda le battaglie) e regalando così un piazzamento tra i primi dieci che al team di Grove a Singapore mancava dal 2017.
Foto interna cdn.williamsf1.tech
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