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09/11/2025 10:00:00

Andrea De Adamich, il maestro garbato


Articolo di Paolo Marcacci
Se n'è andato senza sgommare, com'era nel suo stile; poi il tempo accelera e il ricordo di chi meriterebbe tante più parole si allontana subito, come un puntino lontano

Nel giorno della gara e a qualche giorno dalla diffusione della notizia. In un certo senso, dunque, via dalla banalità dell'obbligo commemorativo e del tutto "dentro" quello che era il suo habitat naturale, ovvero il giorno in cui le gomme stridono. 
Siamo convinti che ad Andrea De Adamich farebbe, anzi faccia piacere così.

Se n'è andato senza sgommare, com'era nel suo stile; poi il tempo accelera subito e il ricordo di chi meriterebbe tante più parole si allontana subito, come un puntino lontano. Come lui quando gareggiava, cimentandosi in ogni specialità. 

Alle corse aveva dato tanto, nel modo pionieristico e artigianale in cui ancora era possibile farlo negli anni della sua escalation; alla Formula Uno in particolare aveva offerto le gambe, rimettendoci una parte della loro funzionalità. Aveva le conoscenze e i sentori di chi l'abitacolo se lo era sentito appiccicato ai gomiti: forse per questo non aveva bisogno di urlare; gli bastava far vibrare la voce quando la gara alzava la soglia delle emozioni, con quel timbro a metà tra acuto e metallico che sembrava assecondare lo scorrimento dei pistoni. 

Lo stile è lo stile, a prescindere dalle epoche: quella degli anni d'oro di Mediaset era già un'epoca rutilante, coi mezzi a disposizione si cercava il massimo della spettacolarità e il meglio possibile della spettacolarizzazione; lui grazie a quello stile riusciva a starci dentro senza stravolgere nulla di se stesso e del suo modo di comunicare: è il parametro che misura la classe di quelli che non hanno bisogno di urlare per far capire al pubblico che ne sanno di più. 

Ecco perché ci mancherà: perché il suo punto di vista serviva a farci capire meglio le vicende delle auto e dei piloti. Andrea De Adamich ci spiegava le corse, senza aver bisogno di fare il tifo per le proprie opinioni.

Foto copertina www.sorrisi.com

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