Susie Wolff, oggi amministratrice delegata della F1 Academy, racconta la lunga lotta per affermarsi nel motorsport, tra solitudine, pregiudizi e momenti difficili. Dalla vicinanza al debutto in Formula 1 al suo impegno per formare nuove generazioni di piloti donne, Wolff ripercorre un percorso segnato da ostacoli e resilienza, con la convinzione che il futuro del paddock potrà finalmente essere più inclusivo.
La storia di Susie Wolff è quella di una donna che ha dovuto affrontare la solitudine e i pregiudizi di un ambiente dominato dagli uomini. Dai primi passi nel karting contro Hamilton e Rosberg fino alle difficoltà con sponsor e stereotipi, Susie ha lottato per essere riconosciuta come pilota e non come “eccezione femminile”.
“C'era una profonda solitudine nel karting, e sicuramente nelle monoposto, perché nessun altro stava vivendo la mia stessa esperienza”, ricorda Susie, che da adolescente correva contro Lewis Hamilton e Nico Rosberg.
La sua carriera è stata segnata da pregiudizi e stereotipi: sponsor che la volevano in auto rosa, servizi fotografici “carini” e l’etichetta di maschiaccio.
“Volevo solo essere vista come una pilota”, spiega.
“Sii te stessa. Se questo significa indossare un vestito, indossa un vestito. Essere autentici è il modo più semplice per affrontare il percorso”.
Nel 2007 Susie ha vissuto un episodio traumatico quando un uomo potente della F1 bussò alla sua porta d’albergo.
“Sono stata fortunata che lui non sia entrato nella stanza, ma la gente dovrebbe rendersi conto di quanto sia spaventoso”, racconta.
La carriera le offrì anche un’occasione sfiorata: nel 2015, collaudatrice Williams, pensava di sostituire Bottas infortunato, ma la scelta cadde su Adrian Sutil.
“Se non mi dai questa possibilità adesso, non me la darai mai”, ricorda.
Oggi, alla guida della F1 Academy, Susie Wolff è convinta:
“Entro i prossimi 10 anni ci sarà una pilota donna di Formula Uno. Vedo il talento emergere e ci sarà una ragazza abbastanza brava da avere questa opportunità”.
Susie Wolff continua a combattere, e non si lascia scoraggiare dai contrasti con figure come Christian Horner.
“Mi impongo standard molto elevati. So quanto sia importante la F1 Academy e l'impatto positivo che ha su questo sport”.
Il suo impegno per l'uguaglianza, sostenuto da piloti come Lewis Hamilton, rappresenta una voce forte e un faro per le giovani donne che sognano la Formula 1. La sua storia di resilienza, segnata da paure, sacrifici e occasioni mancate, è oggi il motore di una missione: aprire la strada a una nuova generazione di piloti donne.
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