La gestione spietata della Red Bull nei confronti dei suoi piloti non è una novità. L’ultimo a farne le spese è stato Liam Lawson, retrocesso per lasciare spazio a Yuki Tsunoda. A difendere il neozelandese ci ha pensato Jaime Alguersuari, ex pilota Toro Rosso, che conosce bene le difficoltà di chi viene messo alla porta da Helmut Marko.
Alguersuari ha ricordato la propria esperienza e ha difeso Lawson:
“Liam è un rookie, non conosceva la macchina, non conosceva la squadra, non conosceva i circuiti, quindi bisognava dargli un po’ di tempo. Non ha fatto così male come sembra. Era prevedibile che all’inizio avrebbe faticato e che sarebbe migliorato con il passare della stagione. Non può passare dall’essere un eroe al peggior pilota in sole due gare”.
Il catalano ha sottolineato quanto la Formula 1 moderna sia basata su dettagli e psicologia:
“La F1 oggi si basa su piccoli dettagli. Devi mettere le gomme nella finestra di funzionamento, altrimenti non hai aderenza e puoi perdere quattro o cinque decimi molto facilmente. La F1 è diventata molto psicologica. Riprendersi da questo è solo una questione di rafforzare la mente”.
Alguersuari ha poi analizzato il contesto Red Bull, dominato da Max Verstappen:
“Nel corso di 24 gare nessuno sarà più veloce di Max Verstappen in quella squadra. È probabilmente il miglior pilota che abbia mai corso in Formula 1. La sua abilità nel guidare una vettura sottosterzante o sovrasterzante è di un altro livello”.
Ha respinto l’idea che la monoposto sia costruita su misura per l’olandese:
“La macchina è stata costruita per essere il più veloce possibile. Max è aggressivo e ama le auto appuntite, perché un’auto appuntita è sempre la più veloce. Chiunque metti nell’altra vettura è perduto, perché non può guidare questa vettura con la stessa configurazione”.
Leggi anche: Sky Sports svela la formazione Racing Bulls 2026 e Tsunoda potrebbe essere fuori dai giochi
Foto interna x.com