Tsunoda sotto pressione arriva al finale di stagione con un peso che va oltre la pista: il suo futuro in Formula 1 è più incerto che mai. Con Red Bull pronta a scegliere un compagno diverso per Verstappen per il 2026, il pilota giapponese affronta la tripletta conclusiva sapendo che ogni giro potrebbe pesare sul proseguimento della sua carriera.
Il destino di Yuki Tsunoda in F1 resta in bilico. Red Bull non ha ancora annunciato chi affiancherà Verstappen per il 2026, e le decisioni previste a fine novembre sono state rimandate fino ad Abu Dhabi. Una scelta che conferma i dubbi interni sulla gestione del quarto sedile tra Racing Bulls e Red Bull ufficiale.
Secondo le voci dal paddock, Isack Hadjar sarebbe destinato alla promozione nel team principale accanto a Max Verstappen, mentre il giovane Arvid Lindblad dovrebbe scalare in Racing Bulls. A quel punto a rimanere fuori sarebbero proprio Tsunoda o Liam Lawson.
In questa situazione, il giapponese non nasconde la tensione:
“Se dicessi che non sono nervoso, mentirei”, ha ammesso a Las Vegas.
“È una situazione simile all’anno scorso o anche a due anni fa. Mi ci sono abituato: fa parte della Formula 1.”
Tsunoda, però, sa che può controllare soltanto ciò che accade in pista:
“Alla fine quelle decisioni non posso controllarle. Quello che posso controllare è dare il massimo e fare del mio meglio. Una volta indossato il casco, mi dimentico di tutto e riesco a godermi il panorama di Las Vegas.”
Tsunoda affronta le ultime tre gare della stagione con un compito importante: raccogliere punti per aiutare la sua squadra nella lotta costruttori. Mercedes ha guadagnato terreno dopo il Brasile, e per Racing Bulls il margine di errore è minimo.
“C'è ancora questa speranza. Farò tutto il possibile, sia per aiutare Max sia per il costruttore. Probabilmente la cosa più importante è avvicinarmi il più possibile a Max nelle qualifiche: è quello che devo fare.”
Il giapponese ha analizzato anche le recenti gare, tra opportunità mancate e buone prestazioni da capitalizzare:
“Il Messico era una gara in cui sapevamo di poter prendere punti con un pit stop perfetto. In Brasile è stata colpa mia: al primo giro ho colpito l’ala anteriore. Ma il ritmo era buono, e la cosa importante è che la squadra lo sappia.”
Consapevole che le qualifiche restano il suo punto debole, Tsunoda si mostra lucido:
“So che devo migliorare ancora un po’ in qualifica.”
Con il proprio futuro nelle mani della Red Bull, Yuki Tsunoda si prepara a un finale di stagione carico di tensione ma anche di opportunità. Le prossime tre gare saranno la sua vetrina decisiva: un’occasione per dimostrare crescita, velocità e maturità. In un momento in cui l’organizzazione deve scegliere chi merita un posto nel suo futuro, Tsunoda sa che ogni giro potrebbe fare la differenza.
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