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27/02/2022 16:30:00

Piloti Alfa Romeo F1 2022 - Bottas Zhou, il nuovo vecchio corso


Articolo di Daniele Muscarella
La Formula 1 è business. È un messaggio che ci sentiamo ripetere come un mantra ogni volta che osiamo criticare delle scelte o delle circostanze che non rispettano l’aspettata e meritocratica regola per cui nella massima categoria del motorsport …

La Formula 1 è business. È un messaggio che ci sentiamo ripetere come un mantra ogni volta che osiamo criticare delle scelte o delle circostanze che non rispettano l’aspettata e meritocratica regola per cui nella massima categoria del motorsport dovrebbe essere il talento e la genialità a regnare su tutto il resto.

La F1 è business, ma non necessariamente questo aspetto deve offuscare gli altri.

Era il 2017 quando Sergio Marchionne annunciava il ritorno in F1 dello storico marchio Alfa Romeo come title sponsor della scuderia Sauber, definendola una “partnership tecnico commerciale pluriennale”, un progetto a lunga scadenza per risolvere più di un problema. Si rilanciava il brand Alfa Romeo, si procurava una salutare iniezione di fondi per la scuderia Svizzera molto in difficoltà, e si operava una soluzione utile anche a Ferrari per far crescere il suo programma FDA per giovani piloti. Business certo, ma anche una visione sportiva a 360 gradi propria di quello che sicuramente era uno dei manager italiani più preparati di sempre.

Ecco allora che nel 2018 nella neonata Alfa Romeo Sauber F1 Team fa il suo esordio un giovanissimo Charles Leclerc, direttamente dal FDA, che mette subito in luce il suo talento straordinario tanto da passare solo un anno dopo in Ferrari.

Nel 2019 fa quindi il suo esordio in Alfa un altro giovane pilota del FDA, italiano, che sta facendo molto bene: Antonio Giovinazzi.

Questa volta però Antonio è meno fortunato, di Charles, alterna buone prestazioni ad errori tipici di un rookie non trovando mai grande appoggio all’interno del team, e soprattutto vive in pieno tutta la crisi tecnica dell’Alfa a causa soprattutto della Power Unit Ferrari azzoppata dopo il Ferrari-gate e il famoso accordo con la FIA alla fine del 2019.

Nel frattempo purtroppo Sergio Marchionne muore, per le complicazioni di una operazione probabilmente rivolta ad arginare l’avanzata di un sarcoma. Insieme a Marchionne muore anche la visione che aveva portato avanti qualche anno prima ed anche i rapporti tra Ferrari e Sauber non saranno più gli stessi.

Vasseur, team principal del team Sauber Alfa Romeo, anche a causa delle pessime prestazioni del motore Ferrari 2020, di fatto annulla gli accordi che riservano uno dei due sedili delle monoposto svizzere ad un pilota FDA, cercando nuovi partner e forse una maggiore indipendenza come scuderia. Alla fine del 2021, in corrispondenza con il ritiro di Raikkonen dalla F1, annuncia che anche Giovinazzi non sarà più un pilota Alfa Romeo. La lineup scelta da Vasseur per il 2022 sarà formata dal finlandese Bottas, appiedato da Mercedes, e dall’esordiente cinese Zhou, strategicamente scelto come pilota con portafoglio e per favorire l’apertura del brand Alfa Romeo verso la Cina.

Indubbiamente una lunga premessa prima di analizzare la storia e le potenzialità dei piloti Alfa 2022, ma forse necessaria per comprendere il contesto in cui sono state fatte alcune scelte.

Valtteri Bottas arriva in Alfa accettando la sfida offerta dai nuovi regolamenti, sperando nella rinascita di un team presente in F1 da circa 30 anni. È un uomo Mercedes, lo è sempre stato, e per questo la scelta di Vasseur non ha riscontrato il favore di diversi addetti ai lavori ancora legati alla collaborazione con Ferrari. Ma alla scuderia serviva contemporaneamente un pilota con grande esperienza e la giusta voglia di far bene, e con ancora più di qualche anno davanti prima del ritiro, il sostituto di Kimi per intenderci, e Bottas da questo punto di vista era perfetto, portando con se anche l’esperienza fatta in un team che ha vinto praticamente tutto negli ultimi 8 anni.

Bottas però non ha vissuto bene questi anni in Mercedes. Ha vinto 10 gare ed ha conquistato 20 Pole Position, è vero, ma ha patito il confronto con Lewis uscendone sistematicamente perdente. La sua voglia di rimettersi in gioco è più che evidente, tanto da spingerlo ad una scelta coraggiosa rifiutando il rinnovo di un solo anno in Mercedes e scegliendo Alfa e non Williams per il suo rilancio. Il nuovo regolamento potrebbe dargli la possibilità di uscire dal tunnel in cui si era infilato, quanto meno di non essere più l’ombra ed il maggiordomo di Lewis, anche se difficilmente lo vedremo in lotta per posizioni importanti. Altro vantaggio del passaggio in Alfa è quello di poter essere con ogni probabilità primo pilota della scuderia in quanto difficilmente l’esordiente Zhou sarà in grado di rubargli la scena. 

Il giovane pilota cinese arriva in F1 non con un carico di vittorie importanti, ma con una valigia piena di sponsor. I suoi primi anni al volante sono comunque abbastanza buoni tanto da attirare l’attenzione della Ferrari che nel 2014, quando aveva solo 15 anni, lo sceglie per la sua FDA, dove rimane fino al 2018.

Nel 2019 approda in Formula 2 ed entra a far parte del Renault Sport Academy. I suoi tre anni nella categoria sono molto altalenanti raggiungendo il terzo posto nel 2021 come miglior risultato. Nello stesso anno vince però il campionato asiatico di F3.

Quando alla fine del 2021 Vasseur lo sceglie per sostituire il nostro Giovinazzi gran parte degli addetti ai lavori grida un po’ allo scandalo. Si mandava via un giovane che stava dimostrando una crescita costante ed una buonissima velocità, per scegliere un esordiente che non brillava per talento e vittorie memorabili, ma come abbiamo detto fin dall’inizio la Formula 1 è business e sicuramente Zhou avrà tanto da dimostrare nella stagione ormai alle porte.