Come ben sappiamo, gli effetti dell'invasione militare della Russia in Ucraina si sono fatto sentire anche sulla Formula 1. La Haas ha risolto i contratti con lo sponsor Uralkali e con Nikita Mazepin, il Gran Premio di Russia è stato cancellato dal calendario 2022 (e non andrà in scena neanche nei prossimi anni) e molte Federazioni hanno proibito l'accesso alle manifestazioni sportive agli atleti russi e bielorussi.
Quest'ultima decisione in particolare ha creato parecchie polemiche. In molti, infatti, si chiedono: perché gli sportivi russi o bielorussi devono pagare le conseguenze delle azioni di Putin?
Tra quelli che si pongono tale interrogativo c'è anche Sergio Perez, pilota messicano della Red Bull. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni rilasciate al quotidian spagnolo Marca.
Ecco quanto dichiarato da Checo Perez ai microfoni della nota testata iberica:
"Gli atleti russi, in un certo senso, stanno pagando il prezzo della guerra. Non sono d'accordo, perché non credo che un atleta possa essere ritenuto responsabile di ciò che fa il suo presidente. Questo è un momento molto difficile. È molto triste che questo possa ancora accadere nel 21°secolo, è difficile da digerire. È difficile, è un argomento molto delicato, ma la cosa principale è che la maggior parte dei russi non è d'accordo con ciò che sta accadendo lì. Come altri, molti atleti si sono espressi contro ciò che il loro leader sta facendo, ma sfortunatamente queste sono le conseguenze...".