Nel weekend del GP dell’Arabia Saudita abbiamo assistito ad un evento che non accadeva più da tempo immemore… Vedere Lewis Hamilton uscire alla Q1 in 16° posizione è sicuramente qualcosa a cui non siamo più abituati. E non per un problema tecnico o per un errore del pilota. No, questa volta no. Il sette volte iridato ha completato due giri al massimo delle sue possibilità riuscendo a segnare un ‘misero’ 1’30’’343. Crono distante oltre un secondo da quello ottenuto dal compagno Russell in Q3 (1’29’’104) e di un’ulteriore secondo più lento rispetto al poleman Sergio Perez (1’28’’200).
Una prestazione deludente dovuta, secondo quanto affermato al termine delle qualifiche da Toto Wolff (leggi qui), ad un’errata scelta d’assetto. Cosa confermata poi dal responsabile degli ingegneri di pista Mercedes nel consueto debriefing post gara rilasciato sui canali social del team: “Avendo sostenuto soltanto due gare con la W13, la questione principale è che non abbiamo ancora una comprensione completa della macchina. Affidiamo sempre a Lewis l’esplorazione di nuovi set-up alla ricerca delle migliori prestazioni. Tra venerdì e sabato pensavamo di aver preso la giusta direzione, soprattutto per quanto visto nel corso delle libere 3”.
“Abbiamo cercato dunque di proseguire su quella linea tentando però qualcosa di ancor più aggressivo. Abbiamo osato troppo e siamo finiti con il compromettere il grip al posteriore” ha affermato Andrew Shovlin. "Jeddah è un circuito cittadino e serve molta fiducia per estrarre il massimo della prestazione. È un tracciato molto veloce, i muri sono molto vicini e, quando non hai grip al posteriore, il pilota perde tutto il feeling necessario a compiere una buona prestazione”.
Lewis Hamilton, Mercedes W13, Arabia Saudita 2022 (foto: Twitter, Petronas Motorsport)
“Ci siamo spinti troppo oltre” ha proseguito il tecnico britannico, “ma è stato comunque un esercizio d’apprendimento che potrà tornarci utile. La macchina al momento è tutt’altro che perfetta e se non riusciremo a metterla sempre nelle migliori condizioni, saremo sempre a rischio in quelle sessioni. Dobbiamo cercare di rendere la vettura più veloce il prima possibile”.
Foto: Twitter, Mercedes