Gunther Steiner, team principal della Haas, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Motorsport.com, soffermandosi sul momento della scuderia americana, sui due piloti Mick Schumacher e Kevin Magnussen e sulla questione del budget cap.
“Avevamo un dubbio: ce la faremo a rialzarci? Siamo tornati indietro al 2016, quando non tutti erano certi che ce l’avremmo fatta ad essere in pista con una buona macchina e, fino alla vigilia di questa stagione, in pochi erano pronti a scommettere che saremmo stati in grado di tornare a punti. Dopo la difficile stagione 2021 ci avevano ormai battezzato come l’ultimo team, cosa che ovviamente non ci faceva piacere e che ci ha stimolato a riscattarci, lo volevamo con tutte le nostre forze e ci siamo riusciti. Ora dobbiamo assestarci, commettiamo ancora qualche errore di troppo, ma credo che sia dovuto anche al periodo difficile che abbiamo attraversato, bisogna ritrovare la fiducia in noi stessi. Ma ce la stiamo facendo”.
"Non credo che prima fosse acerbo, ma è cresciuto. Ha 29 anni, è ancora giovane, e quando è tornato in squadra all’inizio di questa stagione l’abbiamo trovato molto più sicuro di sé stesso. Credo che nella precedente esperienza con noi convivesse con la paura di perdere il posto in Formula 1, ma dopo esserne effettivamente uscito, quella sorta di timore non c’è più. In più c’è un altro aspetto che credo non sia secondario: non è stato lui a cercare un volante, ma lo abbiamo chiamato noi, credo che sia un passaggio gratificante per un pilota professionista. Ovviamente ha giocato a suo favore anche il risultato molto importante che ha ottenuto nella gara del suo ritorno, in Bahrain, è diventato una sorte di eroe, ed oggi ha il cuore in pace, è a posto con sé stesso. Vedo un Kevin che comunica di più, è più sicuro nelle interazioni con la squadra, ma come pilota è uguale a prima”.
“I punti di Mick mancano alla squadra, ma anche a lui. In Formula 1 non ci si nasconde, l’unica cosa che conta sono i risultati e lo sa molto bene anche Mick: è cosciente delle aspettative che ci sono, perché se hai un compagno di squadra che macina punti lo devi fare anche tu, e se non lo fai diventa dura”.
“I tre top-team stanno spingendo per ottenere un extra budget e, ipotizzando che questa proposta venga in qualche modo accettata, a cosa porterebbe? Mercedes, Red Bull e Ferrari porterebbero in pista uno o due aggiornamenti in più, che alla fine si annullerebbero a vicenda, e l’unico risultato sarebbe l’ampliamento del divario rispetto al resto delle squadre. Non era questa l’idea alla base del budget cap quando è stata proposto e votato. Anche noi, come azienda, siamo obbligati a risparmiare, abbiamo un budget che non possiamo superare, e se da una parte i costi aumentano dobbiamo risparmiare su altri fronti. Credo che funzioni in questo modo in tutte le aziende. Se un amministratore delegato non è in grado di affrontare e risolvere una situazione di questo tipo viene licenziato. In questa stagione alla quarta gara tutti i team avevano già conquistato dei punti nella classifica di campionato e credo che non accadesse da tempo. Il budget cap sta funzionando, e se verrà mantenuto lo spirito che ha portato all’introduzione di questo regolamento, il parco squadre si compatterà sempre di più. Però bisogna evitare di aprire i cordoni della borsa, altrimenti il tutto perde di significato”.