Ormai ci è a tutti ben nota la situazione che stanno vivendo i piloti a bordo delle vetture di Formula1 quest’anno. Al termine della gara in Azerbaijan era evidente quanto Hamilton fosse provato dai tanti sobbalzi a cui il suo collo e la sua schiena sono stati sottoposti durante i 51 giri del GP. Il sette volte campione del mondo britannico non riusciva neppure ad uscire dall’auto.
Se però crediamo che sia l’unico ci sbagliamo di grosso. Gran parte della griglia è chiamata a fare i conti con questo problema. L’ultimo pilota a lamentarsi in tal senso è Pierre Gasly (AlphaTauri, contratto detenuto dalla Red Bull) che a fine gara ha affermato: “Adesso ho solo voglia di un massaggio. Ogni mattina me ne faccio fare uno alla cervicale e alla parte superiore del corpo. Non sono mai stato così dolorante dopo una gara di F1. Abbiamo vissuto dei moment drammatici qui a Baku, i peggiori finora in questa stagione”.
Di recente Horner, il team principal della Red Bull, ha affermato che è colpa degli ingegneri se costringono i piloti a guidare in queste condizioni. Basterebbe alzare l’altezza della vettura per permettere ai conducenti di avere una vettura più confortevole (il pensiero del manager britannnico). Ovviamente questo farebbe perdere delle prestazioni alla vettura e i piloti, sono i primi, oltre ai team stessi a non volere una situazione simile.
“Il porpoising, lo sappiamo, è strettamente correlato all’assetto della macchina”, ha affermato Pierre secondo quanto riportato da ‘GPFans.com'. “Sapevamo che qui a Baku la situazione sarebbe stata critica, ma abbiamo costantemente delle discussioni all’interno della nostra equipe. La squadra mi mette sempre di fronte alla scelta di andare più in direzione del comfort o delle prestazioni. Il punto è che la decisione non dovrebbe dipendere da noi. Da pilota è chiaro che cercherò sempre di rinunciare alla mia comodità così da esser il più veloce possibile in pista". Una risposta che arriva proprio dall'interno delle mura della propria casa e che di certo Horner forse non si aspettava.
“Credo dunque che la FIA dovrebbe intervenire per impedire proprio che si verifichi questo tipo di situazione”, ha concluso Gasly. “Non è sostenibile. Abbiamo avuto un colloquio con la GPDA e adesso stiamo cercando di mettere tutti in guardia riguardo quelle che sono le nostre preoccupazioni: continuare così significherebbe accettare il rischio di arrivare a 30 anni già con un bastone da passeggio”.
Foto: Red Bull Racing