In occasione del GP di Gran Bretagna, la conferenza stampa dei piloti, dopo un brevissimo periodo durato appena nove gare, torna al giovedì pomeriggio. A Silverstone però, con il polverone nato dopo le dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore da Nelson Piquet, non si poteva non parlare dei commenti razzisti rivolti al sette volte campione del mondo britannico, dal momento che il diretto interessato si trovava proprio tra i 10 piloti presenti in sala stampa.
"Innanzitutto sono incredibilmente grato a tutti per il loro sostegno, soprattutto a quello offertomi dai piloti", ha esordito Hamilton invitato ad esprimere il proprio punto di vista sulla vicenda. "In questi due anni abbiamo compiuto anche gesti importanti contro questo fenomeno, ci siamo anche inginocchiati. Ovviamente il problema non è stato risolto e molte sfide sono ancora presenti. Io ho subito spesso critiche negative o discriminazioni razziali e subdole nel corso della mia carriera, anche adesso. Non c’è niente di nuovo in questo. Dovremo concentrarci sul quadro complessivo. Credo che non dovremo donare loro questa piattaforma, questa pubblicità. Loro rappresentano il passato. Dovremo offrire ai giovani una piattaforma migliore, priva di questi commenti. Vogliamo guardare al futuro e donare qualcosa di più rappresentativo del nostro pensiero".
Alla domanda se si ritiene soddisfatto della posizione presa dalla FIA, il pilota britannico ha risposto: "È stata una reazione istintiva, tutte le aziende di tutto il mondo avrebbero fatto qualcosa di simile. I rappresentanti di tutte le pubbliche relazioni hanno pronta una reazione, ma non è sufficiente. Secondo me non biognerebbe offrire a queste persone una simile piattaforma. Non dobbiamo permettere che dei pensieri possano dividere le persone, dobbiamo restare uniti. Magari alcuni pensano che io non dovrei essere qui, oppure che delle donne non dovrebbero far parte di questo sport. Io però ho sempre insistito, non mi sono mai arreso, sono ancora forte e mi impegno al massimo nel mio lavoro nonostante tutto questo. Ci vuole un’azione concreta. È un primo passo, ma non è abbastanza. Ho bisogno di un maggiore aiuto da parte di tutti perché non posso farcela da solo".
Lewis Hamilton, assieme alla Mercedes ha anche ideato un'organizzazione a favore di una maggiore inclusione nel mondo dello sport, della F1 in particolare. A riguardo ha affermato: "Sono molto fiero del lavoro che stiamo svolgendo come team, ci siamo seduti insieme a Toto un anno fa e gli ho detto che non avrei più voluto essere soltanto un pilota. Nel contratto era presente un impegno nei bilaterare a favore di una maggiore inclusione nel mondo del nostro sport. Volevo lavorare alla Hamilton Commission per coinvolgere sempre più ragazze, portare sempre più studenti di colore ad affacciarsi al mondo della F1 e fornire loro delle borse di studio e perché no anche un lavoro. Noi abbiamo lavorato molto a favore dell’inclusione, a differenza di molti che hanno parlato soltanto, noi abbiamo fatto qualcosa di concreto, ci abbiamo messo i soldi. Sono molto fiero di poter coinvolgere tutti, perché noi da soli non bastiamo".
Sugli sviluppi portati poi dal proprio team ha aggiunto: "È sempre bello avere degli aggiornamenti. La squadra sta lavorando molto dietro le quinte e questo è entusiasmante. Sono molto orgoglioso di tutti e molto grato per quello che stanno facendo, soprattutto in una stagione che si sta rivelando così difficile per noi. Spero che il duro lavoro si possa riflettere in delle buone prestazioni in pista. Lo scorso anno avevamo fatto un importante step in avanti qui, contiamo di farlo di nuovo", ha concluso.
Insulti razzisti ad Hamilton, la risposta di Piquet alle accuse
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