Leggi l'articolo completo su formula1.it

11/09/2022 09:15:00

Binotto: «Per 'colpa' di Schumi mi ritirarono la patente, costretto a usare il motorino di Massa»


News di Giuseppe Canetti

Alla vigilia del Gran Premio d'Italia, Mattia Binotto ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ai microfoni della Rosea, il team principal della Ferrari ha trattato tantissimi argomenti, soffermandosi soprattutto su aneddoti riguardanti il suo percorso in Formula 1 e nella scuderia di Maranello. Vi proponiamo un estratto delle sue parole su Michael Schumacher.

Le parole di Binotto su Schumacher

Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Binotto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport:

Sulle vittorie di Schumacher a Monza

"Sono state tantissime (cinque dal 1996 al 2006; ndr). Io ricordo soprattutto quella del 2003, quando ero suo ingegnere motorista. Partì in pole, restò davanti a Montoya per tutta la gara ed ebbe la meglio in un confronto tirato a ogni giro sul filo dei decimi di secondo. Veniva da due gare difficili, il campionato era in bilico, e quel trionfo ci diede lo slancio verso il titolo mondiale. Ero talmente euforico che tornando a casa, all’altezza di Parma, ho preso una multa per eccesso di velocità con ritiro della patente. E nei mesi seguenti fui costretto ad andare tutti i giorni al lavoro con il motorino, usando quello che era stato assegnato a Felipe Massa…".

Su Schumacher

"Com’era lavorare con Schumi? Da un lato bello e motivante, per i risultati frutto della sua incredibile capacità di guida e per le sue doti di leader che trascinava la squadra. Dall’altro molto impegnativo, perché Michael era esigente e attento a ogni dettaglio. Con lui non c’era mai tregua. Alzava sempre l’asticella, spostando gli obiettivi più avanti. Non si accontentava di vincere, voleva vincere ancora, anzi stravincere. Ma proprio questa sua mentalità ha contribuito a far diventare quella Ferrari così forte".

Sul suo rapporto con Schumacher

"Fra i tanti episodi, ci sono le partite di calcio che gli piaceva giocare con il team ogni giovedì alle gare per fare gruppo. Non c’era un GP senza la partitella. Ma era essenziale che dovesse vincere lui, perché altrimenti il weekend cominciava male. Come se non bastasse, giocava il primo tempo in una squadra, andando in vantaggio, poi voleva passare nell’altra squadra per rimontare e chiudere vincendo. Noi lo sapevamo e a volte lo lasciavamo vincere apposta. Io di solito ero il portiere. In una partita mi fece un tiro da quaranta metri, piuttosto debole, che lasciai entrare platealmente. Ma lui corse verso la porta, raccolse la palla e me la agitò davanti alla faccia, come per dire “Hai visto che gol ti ho fatto?”. Voleva vincere sempre e comunque".

Leggi anche: SAINZ AMARO: «FA MALE PARTIRE DAL FONDO, MA M'IMPEGNERÒ A DARE SPETTACOLO E RIMONTARE»

Leggi anche: QUALIFICHE GP ITALIA 2022 - POLE POSITION PER CHARLES LECLERC

Foto (entrambe) Sito Ferrari