Ci meritiamo di non parlare, perlomeno per qualche ora e per qualche riga, di politica sportiva, commissari, sanzioni e verdetti. Tanto ci toccherà mercoledì, comunque vada e siamo pronti a commentare. Anche perché ci aspettiamo tante cose, soprattutto in termini di credibilità e tutela dell’appeal della Formula Uno, per noi appassionati.
Oggi voglio parlare di spettacolo, quello vero. Non quello che si confonde con il caos: la gara di Singapore è stata molto piu rocambolesca che spettacolare a mio avviso; vedere tanti piloti perdere la traiettoria dopo aver bloccato e andare lunghi addosso alle barriere o dentro le vie di fuga non è di per sé spettacolare e non c’è bisogno di urlare “Wow!” ogni minuto, per tentare di enfatizzare pure la sostituzione di un’ala anteriore.
Lo spettacolo autentico è consistito nella difesa orgogliosa del primo posto da parte di Checo Perez, che ha disputato la gara perfetta, sin dalla partenza eseguita con maestria e con uno scatto fulmineo, quasi da fionda. Fino a che Leclerc ha avuto il passo per tallonarlo, Perez ha poi dovuto gestire fino a tre soli decimi di vantaggio sulla Ferrari del monegasco, che sempre più ingombrante gli appariva in controsterzo negli specchietti.
È stata una prova di grande sostanza da parte di chi, una volta smessi i panni del comprimario, ha colto la sua occasione su un tracciato pieno zeppo di curve, con un asfalto che ha tardato ad asciugarsi e senza mai smarrire una traiettoria. Questo per noi vale più di mille carambole.
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