Nel corso dell'intervista concessa a Il Corriere dello Sport (in basso ne trovate altri estratti), Charles Leclerc si è soffermato a parlare di se stesso, tra passato, presente, futuro nel motorsport. Il monegasco ha anche affrontato il tema della «dimensione eroica del pilota». Di seguito le sue parole.
Quando gli è stato chiesto come immaginava la Formula 1 da bambino, Leclerc ha risposto: "Come le gare di kart: vai, metti la tuta, accendi il motore e corri. Ora so che le giornate sono piene di riunioni e non fi niscono mai. Ma la cosa non mi dispiace, va bene così".
Poi al monegasco è stato domandato se a suo parere esiste lo stile in Formula 1, al che ha affermato: "Sì, anche se non è chiaramente visibile perché non c’è in primo piano un gesto atletico. Come definirei il mio stile? Aggressivo e versatile. La capacità di adattarsi è l’elemento più importante: in qualificazione non si guida come in gara, con gomme nuove non come con quelle usate. Credo di aver lo dimostrato con il passaggio alle macchine a effetto suolo".
Sulla «dimensione eroica del pilota»
"La vedo negli occhi dei bambini. A Singapore uno, incontrandomi, è scoppiato a piangere. E’ stato un momento bello perché quel bambino ero io quando sognavo la Formula 1. Ma da adulti non dobbiamo crederci, naturalmente: non siamo eroi".
Sul suo futuro ritiro dalla Formula 1
"Non lo immagino ma lo vorrei triste per la Formula 1. Vorrebbe dire che in questo sport ho lasciato un segno, ed è questo il mio obiettivo".
Leggi anche: «Perez, i commissari e il commento di Vanzini». Non è una barzelletta, anzi
Leggi anche: Leclerc: «Chi avrebbe scommesso sul nostro 2022?». Poi giura amore eterno alla Ferrari
Leggi anche: Leclerc: «Max campione? Il fastidio c'è. Hamilton come Federer. Sì alle donne in F1, ma...»
Foto (entrambe) Twitter Ferrari