Dopo una prima parte di stagione molto competitiva, ma allo stesso tempo anche deludente dal punto di vista dell’affidabilità, le prestazioni della Ferrari hanno subito un crollo dal rientro in pista dopo la pausa estiva. Ci si è a lungo interrogati sul gap instauratosi tra la Red Bull e la casa di Maranello. Merito degli ingegneri di Milton Keynes o colpa di quelli del Cavallino?
I progressi fatti dalla RB18 sono innegabili, ma ora Jock Clear, driver coach di Charles Leclerc e ingegnere senior delle prestazioni, ha rivelato a ‘The Race’ alcuni retroscena che possono aiutare a comprendere meglio le dinamiche stagionali: “C’erano dei punti interrogativi a cui dovevamo rispondere. Non sapevamo se stavamo sbagliando qualcosa a livello di setup, quindi per noi era fondamentale capire se quello che stavamo facendo ci stava davvero indirizzando nella giusta direzione. Ci siamo dovuti fermare".
“Ci sentivamo un po’ persi”, ha proseguito l’ingegnere britannico. “L’ultima cosa che volevamo era quella di fermarci a rimuginare sui nostri dubbi. Quello che si potrebbe dire ora è che questo ci è costato delle prestazioni nelle ultime cinque gare, ma era giusto farlo. Il futuro era più importante. Lo sviluppo non va mai ignorato e per questo devi sapere sempre esattamente in quale direzione stai andando. Questo è quello che abbiamo fatto, ci siamo fermati”.
“Suzuka è stata la prova che adesso le cose funzionano. La pista giapponese è molto simile a quello di Spa, dove la Red Bull ci ha dato un grande distacco. Siamo stati molto vicini, proprio come prima della sosta. Sabato eravamo molto frustrati di non essere in pole”, ha concluso.
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Foto: Scuderia Ferrari